Noi Occidentali

Rispondo volentieri a Pietro Di Muccio de Quattro, dicendo che, innanzitutto, sottoscrivo la sua analisi parola per parola. Osservando, in aggiunta, alcune cose.

È vero che noi occidentali abbiamo inventato i mostri del XX secolo, ma anche alcuni grandi rimedi di civiltà, prima e dopo quella data. Ma, questo primo ventennio del secolo XXI si presenta con caratteristiche assolutamente inedite per Noi (democrazie liberali) e per Loro (democrazie illiberali e autocrazie). La differenza resta davvero drammatica nel senso che Loro, in maniera certo aberrante, si presentano come Civiltà valoriali, mentre noi non lo siamo più, stretti e soffocati dall’anaconda materialista del consumismo, dell’edonismo, dell’egoismo e della rivendicazione logorroica di diritti, sempre più diritti senza nessun dovere che faccia da sano contrafforte a quelle pretese, spesso del tutto velleitarie (come l’accoglienza indiscriminata dei migranti) di cui nessuno però se ne vuole assumere gli ultra costi sociali e finanziari.

Noi, in poche parole, siamo diventati una Civiltà a-valoriale, in balia della téchne, dei rigurgiti umorali planetari della Rete in cui tutti i valori sono relativi, onde per cui Bene e Male si trasfondono drammaticamente l’uno nell’altro. Un esempio tra tutti: la nostra opinione pubblica italiana censura nella sua grande maggioranza la guerra scellerata di Vladimir Putin, ma non intende subire decurtazioni di sorta al suo tenore di vita, sacrificando caloriferi e condizionatori (diverso è il discorso per l’industria, con centinaia di migliaia di posti di lavoro che rischiano di andare in fumo a causa del caro-energia!) al principio che l’invasore va punito, strangolandolo economicamente con le sanzioni (con taglio netto dei nostri consumi di gas), affinché la sua azione violenta, disumana e folle non venga premiata. Quindi: mors tua, Ucraina, vita mea al calduccio o al fresco.

Secondo aspetto: tranne gli Usa (ma, anche lì: con estrema farraginosità e difficoltà, dato il rischio immanente di un presidente “Lame Duck”, a causa del meccanismo elettorale americano), nessuno qui in Occidente e tantomeno l’Europa, gigante economico ma nano politico, può vantare il binomio iperleadership-iperpotenza, che oggi separano Russia + Cina (e, in un certo qual senso, l’India) dalle democrazie occidentali, sempre troppo lente e farraginose, talvolta autenticamente impotenti queste ultime ad assumere decisioni rapide e non di rado comportanti notevoli sacrifici per i loro cittadini.

Aggiungo che non solo non si può restare né Don Abbondio né Cacasenno e, citando Winston Churchill, vale la pena di ripetere la sua frase lapidaria: “Potevate scegliere tra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”. Applicata all’Ucraina e a Putin in versione contemporanea e adeguatamente contestualizzata, questo vuol dire che, tradotto: “Se non rigettate a mare l’armata putiniana di invasione dell’Ucraina, rifiutandovi di riconoscere autonomia statuale a una parte del vostro territorio nazionale, senza una consultazione referendaria democratica, domani state sicuri che toccherà a voi essere invasi, perché per una potenza tellurica contemporanea, come la Russia post-sovietica dell’iperleader Vladimir Putin, l’appetito vien mangiando”.

Quindi, la domanda finale è: “Chi siamo oggi Noi?”. Schiavi del Dio Denaro che dà valore a ogni cosa e, pertanto, siamo diventati e continueremo sempre di più a esserlo una Civiltà a-valoriale.

This is the Problema, caro Pietro!

Aggiornato il 09 aprile 2022 alle ore 09:36