E chi uscirà dal Parlamento durante l’intervento di Zelensky?

Al solito, troppi italiani danno ragione ai peggiori luoghi comuni sulle popolazioni del mondo. A parte la nostra fama di “mafiosi”, siamo additati per la doppiezza levantina, per l’arte di costruire un interesse privato in una malefatta pubblica, per essere inaffidabili nelle alleanze e fifoni pronti ad abbandonare la nave alla prima onda sopra i trenta centimetri. Winston Churchill sentenziò: “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.

Detesto le generalizzazioni, ma oggi diventa difficile replicare a quei luoghi comuni, dopo che l’Italia ha rappresentato l’unico Paese occidentale a dividersi tra sostenitori occulti o manifesti di Vladimir Putin e le tante persone sensate che sanno distinguere il bene dal male. E si rendono conto del sopruso di una iena e dalla giusta resistenza della vittima. Tutto il mondo sa che eravamo il Paese più infiltrato dalla Russia fin dai tempi dell’Impero sovietico (tra il 1971 e il 1977 arrivarono da Mosca, illegalmente, 27 milioni di dollari), ma – come ricorda Davide Giacalone – il finanziamento al Partito Comunista italiano continuò fino al 1991, il che portò a un’indagine del magistrato Giovanni Falcone che, secondo alcuni, potrebbe essere stata la vera causa (o concausa) della strage di Capaci.

In queste ore gravi per l’Ucraina – e delicate per tutti gli altri popoli – pensiamo a quanto è successo col passaggio dall’Impero dei Soviet a quello di Putin. Pensiamo ai movimenti politici e ai singoli scellerati che hanno ottenuto denaro e favori dalla rete russa in Italia, senza che magistratura e governi intervenissero. Il Pci – al di là dei finanziamenti – inviava a Mosca propri militanti per esercitarsi come agenti esperti in cifratura e trasmissioni radio, nel falsificare documenti o altro. Chissà se è successo qualcosa di simile in questi anni, quando i gas-dollari di Putin scorrevano a fiumi in Toscana, Liguria, Sardegna, Umbria e ovunque. Chissà quanti si sono affiliati al sogno purificatore della nuova nomenklatura russa.

D’accordo, parlo di qualche italiano meschino, scaltro e avido. In effetti mi sconforta di più la notizia che alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle, ex M5S e Lega usciranno dall’Aula al momento del discorso all’Italia di Volodymyr Zelensky. Al peggio non c’è mai fine, è vero. E chi è senza vergogna mai si vergognerà. Il fatto più grave è che questo gesto costituisce un grave insulto alle istituzioni di Italia e Ucraina, cioè a due nazioni che fanno parte – pur con tutti i loro limiti – di quell’8,4 per cento di Stati pienamente democratici: le dittature si fanno forti con la debolezza delle democrazie.

Un consiglio a questi “rappresentanti del popolo italiano” si deve dare: se avete dignità, dimettetevi da ogni carica politica, e andate a studiare il concetto di pace e guerra nei lager, nei gulag, o nei laogai cinesi… quegli ambienti possono illuminare le coscienze di ognuno. Se ciò non modificasse i vostri intenti, potreste traslocare in Russia, ma anche in Ucraina. Sono infatti certo che dichiarerete la vostra “equidistanza” tra i due contendenti.

Aggiornato il 21 marzo 2022 alle ore 16:58