Caro prezzi e inflazione alle stelle

Sui carburanti scatta l’ipotesi di una accisa mobile. Questo il pensiero di Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, nel corso di una informativa del Governo al Senato sull’aumento dei costi dell’energia e sulle misure dell’Esecutivo per ostacolare gli effetti negativi: “Siccome c’è stato un maggior gettito Iva dovuto al fatto che la base è aumentata, il maggior gettito Iva potrebbe essere utilizzato per ridurre l’accisa corrispondentemente e avere una riduzione di prezzo alla pompa. Sappiamo benissimo – ha spiegato Cingolani – che operare sui carburanti da trazione è molto complesso e avete visto che siamo intorno a 2,3 euro a litro in questi giorni e a dicembre 2021 eravamo intorno a 1,7 euro/litro, quindi questo è il combinato di una gestione di mercato di come sono messi i prezzi del barile, un po’ di carenza di diesel e il costo in crescendo, esagerato, del gas e dell’energia che serve ai processi industriali”.

I conti di Cingolani

“Faccio i conti pur semplificando – ha proseguito Cingolani – se per stoccare 10 miliardi di metri cubi di gas mi servirebbero 15 miliardi di euro, un anno fa di questi tempi quando il gas era meno di 30 centesimi al metro cubo il costo mi avrebbe richiesto un anticipo di 3 miliardi. A parità di tutto, non è giustificato che lo stoccaggio da 3 miliardi di anticipo arrivi a 15 miliardi, non è possibile che mi costi cinque volte di più se la materia è la stessa dei prossimi inverni”.

Gli interventi per contenere i prezzi

Sul contenimento dei prezzi il ministro Cingolani ha notato: “Oltre alle misure per incrementare la sicurezza del sistema, si potrebbe inoltre intervenire anche con misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficientamento energetico. In particolare, sono ipotizzabili misure di flessibilità sui consumi di gas, sui consumi di gas del settore termoelettrico e misure di contenimento dei consumi negli altri settori. E poi si può sempre pensare a incremento delle importazioni di energia elettrica dal Nord Europa, per ridurre il consumo di gas del parco termoelettrico italiano”.

Il pacchetto di aiuti: prossimi scenari

Il premier Mario Draghi si è posto l’obiettivo di dare un segnale a cittadini e attività. Per questo il Governo sta lavorando per un pacchetto di aiuti che, a quanto pare, si snoderà su un doppio binario: prima un decreto taglia-prezzi per porre un freno ai rincari di bollette e benzina; a seguire, un secondo decreto con i sostegni a famiglie e imprese. C’è un però, nemmeno troppo piccolo: ossia le risorse, che non sono tante.

Norme sull’autotrasporto

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture, intervenuto in videoconferenza all’inaugurazione alla Fiera di Verona di Let Expo 2022, ha commentato: “Il Governo sta mettendo assieme un pacchetto di norme per capire cosa potrebbe essere applicato subito, già questa settimana, per aiutare l’autotrasporto. Il viceministro Teresa Bellanova ha lavorato con le associazioni di categoria per capire come poter sostenere il settore dell'autotrasporto in generale e della logistica per fronteggiare questa difficoltà enorme che abbiamo sentito dagli autotrasportatori legata alla guerra in Ucraina. C’è in previsione un intervento sul costo del carburante ma il settore dell’autotrasporto ha bisogno di essere rafforzato anche da altri punti di vista”.

Inflazione al 5,7 per cento

Nel quadro di insieme non vanno accantonate le stime dell’Istat: per il mese di febbraio è stata confermata l’inflazione al 5,7 per cento (al top del 1995). L’accelerazione dell’inflazione, su base tendenziale, “è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +38,6 per cento di gennaio a +45,9 per cento), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9 per cento a +31,3 per cento), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,2 per cento a +3,1 per cento) sia non lavorati (da +5,3 per cento a +6,9 per cento); i prezzi dei beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (stabili a +94,6 per cento)”.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, “accelera da +1,5 per cento a +1,7 per cento e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8 per cento a +2,1 per cento. Su base annua – ha evidenziato l’Istat – accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +7 per cento a +8,6 per cento), mentre rimangono stabili quelli dei servizi (a +1,8 per cento); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -5,2 punti percentuali di gennaio a -6,8). Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2 per cento di gennaio a +4,1 per cento) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3 per cento a +5,3 per cento)”.

E poi: “L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+8,3 per cento) e in misura minore a quelli dei beni alimentari non lavorati (+1,7 per cento), dei beni durevoli (+0,8 per cento) e degli alimentari lavorati (+0,4 per cento). L’inflazione acquisita per il 2022 “è pari a +4,3 per cento per l’indice generale e a +1,3 per cento per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8 per cento su base mensile e del 6,2 per cento su base annua (da +5,1 per cento di gennaio), confermando la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1 per cento su base mensile e del 5,6 per cento su base annua”.

Aggiornato il 16 marzo 2022 alle ore 15:38