M5s, il Tribunale rigetta l’istanza di revoca dell’ordinanza

Il Movimento 5 stelle vive ore caotiche. Il Tribunale di Napoli ha rigettato, a quanto si apprende, l’istanza avanzata dai pentastellati per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello Statuto e della nomina del presidente M5s. Il giudice Francesco Paolo Feo, nel rigettare l’istanza, ha fissato per il 5 aprile l’udienza nel merito. Per i giudici civili napoletani, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca” anche perché “nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 Luglio 2021 erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente”.

“L’istanza in esame – continuano i giudici – si fonda sulla produzione del documento qualificato regolamento, datato 8 novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi (sicché sarebbe superata, secondo l’istante, la motivazione sulla base della quale il Tribunale è giunto alla pronuncia di sospensione); tale documento, stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perché, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione”.

Lorenzo Borrè esulta. Il legale dei tre iscritti al M5s, che presentarono il ricorso contro l’elezione di Giuseppe Conte e contro lo Statuto che lo portò all’elezione nell’agosto del 2021, commenta la decisione del Tribunale civile di Napoli: “Per i giudici quindi è illegittima l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza del Movimento 5 stelle”. Borrè ha presentato ricorso sullo statuto. In una lettera pubblica inviata al presidente del M5s chiede, in quanto iscritto, di “differire a nuova data l’assemblea” del Movimento 5 stelle convocata per il prossimo 10 e 11 marzo. Poi attacca: “Presidente dell’assemblea M5s, se non erro dovrebbe essere Luigi Di Maio, benché dimissionario”. Secondo il legale sarebbe questa una delle conseguenze del ritorno al “vecchio” statuto M5s che sull’argomento dispone che “il primo presidente dell’Associazione è indicato dal garante ed è eletto dall’Assemblea a maggioranza dei voti espressi, quale che sia il numero degli iscritti aventi diritto di voto partecipanti alla votazione”.

Intanto, il “leader dimezzato” interviene sul caso del il presidente M5s della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli, che non ha votato il decreto che manda aiuti militari in Ucraina. “Di fronte a una aggressione militare plateale – afferma Conte – è giusto che la popolazione ucraina sia aiutata anche con aiuti militari, non è stata una decisione presa da M5s a cuore leggero. Su Petrocelli non prenderò provvedimenti, nei lavori da presidente di commissione ha esercitato in modo imparziale il suo ruolo poi in Aula ha esercitato la sua scelta personale. Non ci sarà alcun provvedimento”.

 

Aggiornato il 08 marzo 2022 alle ore 14:28