Applebaum: “Putin spaventato da democrazia, ora ripensare Nato”

L’invasione della Russia in Ucraina è un attacco all’Occidente e a quel principio in vigore dal Dopoguerra, almeno in Europa, secondo cui i confini non si cambiano con la forza. Un’offensiva, dunque, dalla quale i Paesi europei e gli Stati Uniti devono difendersi. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la scrittrice americana Anne Applebaum, attenta conoscitrice del mondo sovietico e post sovietico, e commentatrice tra le più interpellate quando si tratta di affrontare questioni relative all’Europa orientale, sostiene che “è il momento di ripensare completamente la strategia verso la Russia. Non possiamo limitarci a reagire a ciò che fa Vladimir Putin, come negli ultimi dieci anni. Dobbiamo agire”. Anche la Nato, spiega, “deve ripensare tutto: basi, posizioni esercitazioni”, perché ciò che sta accadendo all’Ucraina in futuro “potrebbe toccare alla Polonia e alla Germania”. Applebaum, liberale e profondamente rispettosa delle regole della democrazia, è autrice di numerosi libri tra i quali La grande carestia: la guerra di Stalin all’Ucraina, e soprattutto Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici”, grazie al quale ha ricevuto il Premio Pulitzer nel 2004.

L’Ucraina rappresenta un’ossessione per Putin perché “è una democrazia”, tuona, “e avere una democrazia liberale vicino casa “per lui è un pericolo. Putin è spaventato all’idea che a Mosca possa ripetersi quello che è accaduto a Kiev nel 2014. Lo considera una minaccia personale”. Molti osservatori avevano previsto un possibile scenario bellico e hanno cercato, in tempi non sospetti, di mettere in guardia l’opinione pubblica internazionale sulle intenzioni del presidente russo. Nei giorni immediatamente precedenti il conflitto, inoltre, l’intelligence americana aveva ampiamente anticipato in un report l’azione militare delle truppe russe, informazioni queste rese pubbliche dalla Casa Bianca. La decisione di invadere l’Ucraina quindi non è maturata in questi giorni. Alla violazione pressoché quotidiana, da ambo le parti, degli accordi di Minsk del 2015, ha fatto seguito la strategia del Cremlino di accerchiamento dei confini ucraini, andata avanti per mesi.

Il presidente russo ad Applebaum appare oggi come “ossessionato e pieno d’odio. Sembra entrato in una fase nuova”. L’Occidente ha commesso il grave errore di “non capire che tipo sia”, sottolinea la scrittrice. “Abbiamo creduto di esserci lasciati alle spalle il XX secolo. Abbiamo pensato che non esistessero più, almeno in Europa, leader capaci di ricorrere alla brutalità di massa per raggiungere i loro scopi. Ci siamo illusi che Putin pensasse come noi”. Cosa fare adesso? Oltre a una riorganizzazione della Nato, è necessario raggiungere i cittadini russi, “trovare il modo di parlare” con loro. “Lavorare sui media russi. Sostenere l’opposizione in Russia. Dobbiamo capire chi, tra gli oligarchi e nel cerchio intorno a Putin, è insoddisfatto o spaventato”.

Soprattutto in questa fase in cui in molte città russe, non solo le principali Mosca e San Pietroburgo, sono all’ordine del giorno manifestazioni di protesta contro la guerra in Ucraina. Questa settimana sono scesi in piazza cittadini di oltre cinquanta città, con la mobilitazione di accademici, giovani e personaggi del mondo dello spettacolo. L’azione repressiva del Cremlino ha portato finora a seimila arresti da parte della polizia.

Aggiornato il 01 marzo 2022 alle ore 12:06