
La leadership di Giuseppe Conte nel Movimento 5 stelle è ancora “congelata”. L’ex premier a marzo doveva iniziare il tour per rilanciare il nuovo partito e inaugurare la campagna elettorale per le Amministrative. Ma, a distanza di un anno dall’uscita da Palazzo Chigi, si ritrova impantanato nella “palude”. Di più. Il 7 febbraio scorso viene sospeso, in via cautelare dal Tribunale di Napoli, dopo una denuncia da parte di alcuni attivisti del M5s che contestano alcune incongruenze nel nuovo statuto che lo ha portato all’elezione di presidente del Movimento 5 stelle. Non a caso, da qualche tempo i fedelissimi contiani rilanciano l’ipotesi della fondazione di un nuovo partito personale.
D’altro canto, l’idea di una Rifondazione grillina, a partire dalla Piattaforma Rousseau, circola anche tra gli ex M5s oggi vicini a Davide Casaleggio. A suffragare questa idea l’apparizione che il figlio di Gianroberto avrebbe fatto nei giorni scorsi a Palazzo Madama per incontrare la capogruppo M5s Mariolina Castellone. Ma la fibrillazione pentastellata non si ferma qui. Il “rivoluzionario” Alessandro Di Battista è pronto a candidarsi alle Politiche 2023. Ma l’ex deputato non è intenzionato a rientrare nel M5s finché il partito appoggerà il governo Draghi. Il dato curioso riguarda proprio le forze in campo. Se Di Battista prima figurava come l’alter ego di Luigi Di Maio oggi è accreditato quale acerrimo nemico del ministro degli Esteri.
La rivalità tra i due “gemelli diversi” investe anche la posizione del partito sull’invasione russa in Ucraina. Il M5s filorusso è rappresentato dallo stesso Di Battista; il M5s atlantista è personificato da Di Maio. Naturalmente, non bisogna dimenticare anche la questione giudiziaria. Martedì primo marzo si terrà la prima udienza presso il Tribunale civile di Napoli a proposito della revoca chiesta dal Movimento 5 stelle circa la sospensione dello statuto disposta dai giudici. È evidente che sul piano della legittimità formale si giochi una partita decisiva per le sorti grilline.
Intanto, l’ex premier ha sfidato il tribunale, convocando l’assemblea degli iscritti il prossimo 10 marzo per ripetere la votazione sullo statuto, riabilitando così la sua presidenza. Sarà quella l’occasione per chiedere agli iscritti di far accedere il Movimento ai benefici previsti dalla legge sul due per mille, iscrivendo il M5s al registro dei partiti. Gli iscritti potranno votare contro il tetto dei due mandati. A quel punto, la trasformazione del Movimento 5 stelle in partito tradizionale sarebbe definitivamente compiuta.
Aggiornato il 28 febbraio 2022 alle ore 16:55