
Il dogma del doppio mandato pentastellato va in fumo. Nel nuovo statuto del Movimento 5 stelle che verrà messo a votazione il prossimo 10-11 marzo manca il limite tanto caro a Beppe Grillo. Il nuovo statuto contiano, rispetto alla versione precedente “congelata” dal Tribunale di Napoli, recepisce i rilievi mossi dalla Commissione di garanzia per gli Statuti così da poter accedere al finanziamento del due per mille. “Posto che le indicazioni per ottenere il due per mille richiedono che i requisiti per le candidature siano disciplinate in via diretta dallo statuto, è sintomatico che il testo in votazione non preveda il tetto dei due mandati; limite di mandati che invece è previsto, ad esempio, nello statuto del Pd”, spiega l’avvocato Lorenzo Borré. Nello statuto dei dem, infatti, ci sono due passaggi molto precisi (articoli 25 e 28) sulle regole per le candidature. Dettagli che mancano nello statuto grillino.
I pentastellati, ora, hanno davanti due strade: emendare il testo al voto oppure modificare nuovamente lo statuto prima delle Politiche del 2023 così da lasciare intatta quella che Beppe Grillo considera una regola aurea del Movimento. La nuova versione dello statuto all’articolo 7 contempla, invece, le Parlamentarie, ossia una “consultazione in rete” con cui si votano “le proposte di autocandidatura presentate dagli iscritti”. Frattanto Giuseppe Conte, in vista delle prossime comunali, agita i lettiani: “Possiamo anche parlare di politiche astratte, come la questione del campo largo, ma – avverte l’avvocato del popolo – se questo significa solo confrontarsi su politiche annacquate allora noi non ci stiamo”.
Aggiornato il 25 febbraio 2022 alle ore 10:31