Referendum, Salvini: “Fare l’election day con le Amministrative”

Matteo Salvini incassa il via libera della Corte Costituzionale sui referendum per la giustizia. Ora è tempo di rivendicazioni e strategie. A cominciare dall’Election day. “Se vogliamo – sostiene il leader leghista nel corso di una conferenza stampa – si possono risparmiare 200 milioni di euro e si possono accorpare i referendum alle Elezioni amministrative, ma comunque deciderà il governo. Con questi referendum si può avere una magistratura più libera e indipendente, è un inno alla libertà della stragrande parte della magistratura che è sana e indipendente. Sono cinque referendum degli italiani per l’Italia. Grazie a chi ha permesso di arrivare a questo straordinario risultato. Da oggi parte la creazione di Comitati per il sì liberi e senza colori partitici”.

Salvini è contrariato rispetto al destino degli altri quesiti bocciati (sull’eutanasia, sulla cannabis e sulla responsabilità civile dei magistrati, ndr). “Mi spiace – sostiene – che non siano passati altri referendum. Perché quando sceglie il popolo è sempre una buona notizia. È chiaro che su quelli non ammessi io avevo una posizione contraria e avrei votato contro, però quando viene a mancare il confronto è sempre un peccato. Ovviamente la Corte avrà avuto i suoi motivi. Ora gli italiani potranno scegliere tra futuro e passato, fra merito e spartizioni, fra autonomia e correnti. Ieri comunque è stata una bella giornata”.

L’ex ministro dell’Interno è convinto che la battaglia per i referendum possa ricompattare il centrodestra. “Sono – chiosa – conquiste liberali, moderate, e sarebbe molto bello se il centrodestra ripartisse sulla spinta riformista di questi quesiti che si fondano sul merito e sulla modernità. Bene se si ricreasse un centrodestra che guarda avanti”.

Dal fronte opposto, Dario Nardella invita il Pd a diffidare del segretario del Carroccio. Il sindaco di Firenze ai microfoni de L’aria che tira su La7 sostiene che Salvini ha “impostato la campagna referendaria come una campagna pre-elettorale. Allora perché noi dobbiamo inseguire Salvini? È un diritto democratico anche non votare il referendum. L’astensione non è una scelta di comodo”. Per Nardella, “i referendum abrogativi sono un successo della democrazia diretta ma sono un fallimento della politica del Parlamento. Io ricordo i 55 applausi al discorso di Mattarella. Noi sindaci lavoriamo 12 ore al giorno tutti i giorni, allora il Parlamento si può chiudere per sei giorni la settimana per 12 ore e fare le riforme per le quali si era spellato le mani di fronte al discorso di Mattarella. Io sono convinto che i referendum che davvero interessavano ai cittadini erano quelli sull’eutanasia e sulla legalizzazione delle droghe. I referendum sulla giustizia sono molto tecnici, un Parlamento serio li affronta con le riforme. E invece si gioca a scaricabile: i cittadini e anche io pretendono che il Parlamento faccia il suo mestiere. Si ricorre ai referendum abrogativi perché il Parlamento non è in grado di fare le cose per le quali si è impegnato”.

Aggiornato il 17 febbraio 2022 alle ore 16:00