
“I colpi di Stato non si festeggiano”. Così Bobo Craxi all’AdnKronos parlando di Mani Pulite, inchiesta partita trent’anni fa: “Non c’è nulla da festeggiare”. Il figlio del leader del Partito Socialista italiano, Bettino Craxi, ha detto: “Mani Pulite fu una “guerra sporca” e gli esiti per il nostro Paese li giudichino i cittadini. Scomparvero cinque partiti democratici, cosa che non è mai avvenuta in nessuna democrazia occidentale. Tecnicamente fu un colpo di Stato”.
Craxi ha quindi sottolineato: “Senza i magistrati non ci sarebbe stato il cambio di regime, al quale erano funzionali. Alla fine della “Guerra fredda” bisognava cambiare gli equilibri e gli equilibri cambiarono. In genere, se il cambio di regime avviene contro un regime antidemocratico, di solito i risultati sono positivi; quando i cambi di regime avvengono contro i partiti democratici, di solito è un disastro”. Inoltre, ricordando il padre, deceduto in Tunisia ad Hammamet, ha commentato: “Di fronte ad un’offensiva di quel tipo, non ci fu altra soluzione che una difesa a oltranza, dove era possibile poterla esercitare. Quando c’è una guerra, ciascuno combatte con le armi che ha, e siccome la guerra era sproporzionata e la difesa era ormai impossibile, mettersi nella condizione di riparo era abbastanza scontato”.
Craxi è dell’avviso che, “in fondo, i giudici furono uno strumento necessario per ottenere quel cambio di regime”. Dopodiché, ecco l’attacco alla sinistra “post-comunista. Lenin li avrebbe definiti gli “utili idioti”. Sostenendo il giustizialismo hanno finito per distruggere la sinistra e alla fine per autodistruggersi anche loro. Col senno di poi quel sostegno non fu un grande affare. Posto che tutti i partiti si finanziavano illegalmente, dichiarazione che non ho fatto io ma Armando Cossutta qualche anno prima di morire. Era una vicenda della “Guerra fredda” che andava chiusa in un altro modo. Trent’anni fa – ha terminato – si è scelta la rivoluzione a sfondo moralistico e il golpismo giudiziario, la storia e la vita sono andate avanti, per alcuni molto bene, per altri, come me, meno bene. Ma di questo bisogna farsene una ragione”.
Aggiornato il 16 febbraio 2022 alle ore 13:59