M5s, Grillo e le deroghe al “doppio mandato”

Beppe Grillo torna a esercitare il potere del garante. Pare che il comico, fondatore del Movimento cinque stelle, non voglia concedere deroghe al vincolo del secondo mandato per i parlamentari uscenti. Unica concessione, ancora da valutare, la possibilità di candidarsi ad altri livelli istituzionali, dalle Europee alle Regionali. Che, tradotto, suonerebbe come una deroga parziale. Dopo il “ritorno in campo” per la corsa al Colle, Grillo ha dovuto affrontare la questione giudiziaria che ha visto il Tribunale di Napoli congelare i vertici grillini.

Di fatto, una sconfessione della leadership di Giuseppe Conte. Adesso pare che il garante sia tornato a rinfocolare un tema delle origini: non ricandidare i parlamentari dopo il secondo mandato. Chi ha ottenuto uno scranno europarlamentare per ben due volte, ad esempio, potrebbe “ripiegare” su un posto in Regione o ambire a un seggio alla Camera o al Senato, non restare a Bruxelles. Beppe, come suo costume, avrebbe persino ironizzato sul tema: “In Europarlamento o in Regione guadagnate anche di più, quindi non rompete le p...e. Ma è un tema identitario, non si può derogare”.

La linea, confermata anche da fonti molto vicine al garante, è contrastare “nicchie di poteri e correnti”. Per il garante e padre fondatore del M5s quella della rotazione sarebbe dunque l’unica “concessione” possibile, la sola opzione da sottoporre al voto degli attivisti. Ma, dopo l’inevitabile chiacchiericcio interno, pare che le deroghe possano essere contemplate solo per i “big”: Luigi Di Maio, Roberto Fico e Paola Taverna. E tutti gli altri? Fuori o quasi. Infine, il dato dirimente con cui fare i conti: il taglio di deputati e senatori.

 

Aggiornato il 16 febbraio 2022 alle ore 20:04