Sicilia, il centrodestra si spacca, ora ha due candidati

Gianfranco Miccichè è il candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Siciliana. Così, dopo il via libera di Silvio Berlusconi, il centrodestra si spacca. Il governatore in carica Nello Musumeci (sostenuto da Fdi e dalla lista Diventerà bellissima) ha già incassato l’endorsement di Giorgia Meloni per il suo bis al governo dell’isola. Per queste ragioni, i moderati in Sicilia vivono una crisi inaspettata. “Ho sentito Berlusconi certo – precisa Miccichè – non ho sentito ancora Tajani perché aveva impegni: io comunque sono in campo per compattare il centrodestra. A questo punto il centrodestra ha due candidati, io e Musumeci e se ne spunta un terzo poi sarà l’alleanza a decidere cosa fare”, aggiunge. “Metto la mia eventuale candidatura a disposizione dei nostri alleati nazionali, Lega e Udc e di tutti gli altri possibili alleati siciliani”.

Nino Minardo, leader della Lega in Sicilia, sostiene di avere un “grande rispetto per il dibattito interno a Forza Italia. Per quanto ci riguarda, di candidature se ne parlerà al momento opportuno: ribadisco la necessità di concentrare ogni energia per dare risposte efficaci ai siciliani. C’è la necessità di litigare meno e lavorare di più”. Si schiera subito con Miccichè Sicilia Futura. “Avendo già annunciato la disponibilità a partecipare alle prossime elezioni regionali all’interno delle liste di Forza Italia – afferma il deputato regionale Nicola D’Agostino – è consequenziale e naturale incoraggiare la proposta di candidatura di Gianfranco Micciché, che va incontro alle esigenze di un enorme elettorato moderato rimasto da tempo senza rappresentanza nella posizione apicale dell’amministrazione regionale. La sua disponibilità alla presidenza della Regione apre nuove prospettive politiche al Centro, con un occhio al modello Draghi”.

Da Renato Schifani arriva quasi una sconfessione dell’operazione Miccichè. “A differenza di quanto avvenuto per i colleghi deputati nazionali – sostiene – non ho ricevuto alcun invito alla riunione di ieri. Mi asterrò perciò dal dare pareri sulle decisioni assunte in quella sede”. Per l’ex presidente del Senato è “doveroso riflettere sulla palese e voluta violazione delle regole di trasparenza nella gestione del partito. Sono preoccupato dalla mancanza di dialettica interna e da modalità decisionali che, anziché valorizzare la collegialità, privilegiano chi si ipotizza possa aderire a decisioni già assunte”, conclude.

Intanto, Cateno De Luca, sindaco di Messina, si candida alla presidenza della Regione e invita Musumeci a dimettersi. “La candidatura di Gianfranco Miccichè – attacca – sgombra il campo da Nello Musumeci che non è il candidato della coalizione, ma non risolve nulla. Siamo solo di fronte a una faida tutta loro, poi verrà il tempo della ricomposizione e dovranno stabilire cosa fare e chi scegliere. Hanno un problema di perimetro di centrodestra, io non ci sono. Lunedì a mezzanotte non sarò più sindaco, sarò in campagna elettorale per le regionali e non avrò pregiudizi, né a destra né a sinistra. Lancio un appello: Musumeci dimettiti, due mesi di guerra elettorale meglio di 9 mesi di balcanizzazione dell’Assemblea che sarebbe un colpo si grazia per la Sicilia, che non sta seguendo la road map del governo di Roma sul Pnrr”.

 

 

Aggiornato il 11 febbraio 2022 alle ore 22:51