Ettore Bernabei, un personaggio di grande caratura politica

“Tutto l’insieme va sempre letto anche politica­mente, perché nulla al mondo accade per caso e le bubbole che di qua stanno i cattivi e di là stan­no i buoni le possono scrivere i giornali, ma io non mi sento di accettarle. La realtà è molto più complessa, la politica non è mai riconducibile a schemi così semplici, così banali”. Questa frase di Ettore Bernabei, estrapolata dal libro di Piero Meucci Ettore Bernabei il primato della politica, mi fa scoprire con mia grande meraviglia un personaggio, di grande caratura politica che nella mia giovinezza veniva indicato, in modo dispregiativo, come un Boiardo di Stato. In questi suoi diari si scopre un fine politico che non ha mai voluto ricoprire ruoli di primo piano in politica, ma l’essere un consigliere leale di Fanfani e, ancor di più, un uomo di collegamento con tutto l’establishment democristiano e con la chiesa in modo particolare, ma anche con il mondo laico in una funzione anticomunista. Questo suo ruolo lo ha reso anche un uomo di riferimento da parte delle due super potenze nel governare gli accordi di Yalta.

“Ettore Bernabei ha vissuto intensamente questa storia e ce l’ha raccontata perché potessimo capire che cos’è davvero la politica e la lotta di potere che la muove. Seguendo le sue convinzioni, ha potuto farlo per così lungo tempo perché aveva la struttura psicologica adatta e la formazione intel­lettuale con un sistema di valori, inoltre disponeva di virtù rare nell’universo nel quale ha operato: la lealtà, la corret­tezza e, soprattutto, l’assoluta riservatezza. Il potere chiede silenzio nei successi e nel fallimento, nella personale fru­strazione come nel comune entusiasmo. Queste virtù sono espressione di una personalità capa­ce di uscire dal narcisismo individualistico e guardare all’essenziale che può servire a ottenere ciò che ritiene giu­sto alla luce del suo ideale religioso e politico”.

Nel libro c’è una rilettura degli anni della Prima repubblica, con le preoccupazioni che il paese visse, in particolare anche qui c’è una analisi complessa del caso Moro in cui emergono le inquietudini di una classe dirigente coinvolta in uno scontro tra Usa e Urss dovuto alle politiche del compromesso storico. Il libro propone letture di fenomeni sociali ed economici ai più sconosciuti, non tanto per la notizia che si apprende dai giornali, ma per i personaggi che rimangono nell’ombra e di cui ne fornisce la presenza. La stessa contestazione giovanile viene analizzata con il dubbio degli interessi reciproci dello scontro tra l’amministrazione Usa e quella Sovietica, per destabilizzare il nostro Paese: “Ci volle del tempo per scoprire che dietro una sincera protesta giovani­le c’era l’inizio della destabilizzazione, che poteri forti della finanza internazio­nale si stavano organizzando per eliminare in Italia quel sistema nuovo di eco­nomia mista che già si profilava come alternativo alla finanziarizzazione dell’in­dustria e agli eccessi del liberismo mercatista, causa della grande crisi scoppiata nel 2007”, in Permesso, scusi, grazie. Dialogo fra un cattolico fervente e un laico impenitente (Rai Libri, 2014) di Ettore Bernabei e Sergio Lepri (citazione a pagina 241). Un libro da consigliare ai giovani per comprendere il valore della politica, ma anche un libro per i meno giovani che fa rivivere e rileggere con occhi diversi la storia vissuta.

Ettore Bernabei. Il primato della politica. La storia segreta della DC nei diari di un protagonista di Piero Meucci (Marsilio 2021, 384 pagine 16,15 euro).

Aggiornato il 03 gennaio 2022 alle ore 14:29