
Beppe Pisanu “vede” in Mario Draghi l’unico presidente possibile. Per il Quirinale, l’ex ministro dell’Interno berlusconiano, non “sponsorizza” il Cavaliere, ma l’attuale premier. “Se debbo azzardare un pronostico – afferma Pisanu in un’intervista al quotidiano la Nuova Sardegna – indico Draghi al primo o all’ultimo scrutinio. Sembra infatti che la frammentazione dei gruppi parlamentari e la volatilità delle loro posizioni politiche escludano quasi a priori le candidature di parte. Inoltre, giocano a favore dell’attuale presidente del Consiglio alcuni fattori esterni come l’evoluzione della pandemia, l’andamento dell’inflazione e dello spread, il sistema delle relazioni internazionali”. Secondo Pisanu, “conviene tanto all’Italia quanto all’Europa avere Draghi per sette anni al Quirinale piuttosto che averlo a Palazzo Chigi per un solo anno di tensioni pre-elettorali. Naturalmente – aggiunge – temo anche io il cigno nero o l’ippopotamo bianco, e cioè l’evento imprevedibile che sconvolge tutte le previsioni e può determinare il peggio: nel nostro caso l’uscita di Mario Draghi dalla scena politico-istituzionale. In questa malaugurata ipotesi la vedrei davvero brutta per il nostro Paese”.
Quanto al Cavaliere, il senatore Luigi Zanda ribadisce il niet del Pd. La candidatura del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, al Quirinale “divide”. “Se vogliamo realmente pacificare l’Italia – afferma Zanda intervistato dalla Stampa – dovremmo evitare di porre candidature che dividono non solo la politica, ma l’opinione pubblica”. Sia Enrico Letta (Pd) che Giuseppe Conte (M5s) “hanno spiegato che i loro partiti non potrebbero votarlo”, ricorda il dem. Dietro la partita del Colle c’è il “rischio caos”, ammette Zanda. “Senza una regia politica forte e con le idee chiare e senza un nome autorevole il rischio c’è”, sottolinea. E qualora a votare il prossimo capo dello Stato fosse una maggioranza più ristretta dell’attuale, prevede l’ex capogruppo dem al Senato, “il governo cadrebbe immediatamente”.
L’altolà a Draghi per il Quirinale arriva, invece, dal Movimento cinque stelle. “Draghi resti al Governo” fino a fine legislatura. La sua autorevolezza “permette di far convivere forze molto diverse, facendo cose importanti. Non possiamo permetterci una crisi di governo con la pandemia in corso. Sarebbe difficilissimo trovare equilibrio per un nuovo governo e la Lega si sfilerebbe”. Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, in un’intervista a Il Piccolo e Messaggero Veneto. Al Quirinale, secondo il ministro, “serve una persona con altissime qualità etiche e istituzionali. Per il M5s è giunta l’ora di un profilo femminile e l’obiettivo è un’ampia convergenza”. Sono previste “Quirinarie”? “Conte valuterà come coinvolgere gli iscritti del Movimento”. Patuanelli auspica inoltre che il “nuovo” M5s sancisca l’alleanza col Pd: “Molti elementi ci uniscono. Il M5s deve incidere per spostare l’asse su salario minimo, diritti dei più deboli, diritti civili e transizione ecologica. Il percorso di rinnovamento interno procede, pur con la difficoltà di governare con forze così diverse. Ma la strada è segnata e il presidente Conte gode di altissimo consenso nel Paese”.
Rino Formica, l’ex ministro socialista, in un’intervista a Repubblica, non nasconde la propria preoccupazione: “Per la prima volta – sottolinea – un Parlamento decomposto dovrà produrre un composto. Non ho mai visto una situazione più terremotata di adesso. Forse nel 1992 c’era un clima simile”.
Intanto, alla riapertura di Montecitorio con l’anno nuovo, iniziano i lavori per l’allestimento del Palazzo in vista delle votazioni per eleggere il nuovo capo dello Stato, la cui data d’inizio verrà comunicata domani dal presidente della Camera Roberto Fico nella sua qualità di presidente del Parlamento in seduta comune. Nel cortile d’onore, solitamente riservato alle postazioni delle reti televisive che seguono le votazioni per il Quirinale, da stamani ci sono operai al lavoro che stanno effettuando misurazioni e delimitano spazi. Anche in Transatlantico sono state notate maestranze al lavoro, impegnate nell’allestimento di due quadri elettrici. A quanto si apprende, tra oggi e domani dovrà riunirsi il “Cts interno” della Camera, composto da dirigenti dell’amministrazione di Montecitorio ed esperti, per iniziare a valutare le misure anti-Covid per garantire che le votazioni possano tenersi in condizioni di massima sicurezza per tutti. Le decisioni verranno ratificate dal Collegio dei questori che dovrebbe riunirsi il prossimo 11 gennaio. In quella sede, viene spiegato, verranno sciolti tutti nodi sul piano dell’opportunità e politico.
Aggiornato il 03 gennaio 2022 alle ore 13:56