
Sul Quirinale, Matteo Salvini non fa nomi e non commenta. Quanto all’incontro tra Giorgia Meloni e Letizia Moratti svoltosi alcuni giorni fa nella Capitale, il leader della Lega minimizza. “Si sono incontrate – sottolinea – in un ristorante in piazza a Roma e, quindi, non mi sembra un incontro segreto. Se uno vuole fare un incontro segreto, non va a mangiare in piazza davanti a Montecitorio. Quindi, mi sembra che sia una montatura di panna”. Secondo alcuni cronisti il vertice avrebbe avuto come sfondo proprio la candidatura della vicepresidente della Regione Lombardia alla carica di presidente della Repubblica. “Quando verrà il momento di parlare di Quirinale, da gennaio in poi – aggiunge Salvini – porteremo il nostro contributo. Questa settimana conto di riunire il centrodestra che è e sarà compatto e determinante, maggioranza nel Parlamento e maggioranza nel Paese. Nomi non ne faccio, perché mi sembra una mancanza di rispetto”.
La stessa leader di Fratelli d’Italia, ai microfoni di Un giorno da pecora, su Rai Radio 1, sostiene che “il prossimo presidente sarà un uomo, se dovessi puntare cinque euro. Spero che ci vedremo con i leader del centrodestra entro Natale”
Per Luca Zaia, “un cambio di governo, o ancor peggio, il ritorno alle urne, aprirebbero una fase di instabilità in un periodo difficilissimo per il Paese. Non possiamo permettercelo”. Il presidente della Regione Veneto, intervistato da Repubblica, rimarca come il suo non sia un veto verso il trasloco di Draghi al Quirinale ma poi ribadisce: “Non riesco a immaginare un Paese senza premier in piena pandemia”. A suo avviso, “la libertà d’azione che hanno avuto le Regioni e la stabilità di questo periodo sono merito della figura del premier. Draghi porta un valore aggiunto che altri non avrebbero”, poi “da uomo del popolo affermo: ho la percezione che la sua tifoseria voglia che resti lì dov’è”.
Cosa accadrà? “Se si candidasse di certo avremmo due scenari: i partiti dovrebbero garantirgli un’elezione al primo scrutinio, perché una soluzione diversa equivarrebbe a una bocciatura da parte della sua maggioranza. Lo scrutinio segreto non è irrilevante nel nostro Parlamento, al di là dei bei discorsi. Draghi rischia di entrare in conclave da Papa e uscirne da parroco di campagna. Né capo di Stato né premier. Con pregiudizio per l’Italia”. La seconda soluzione è “che venga eletto, ovviamente. Ma a quel punto avremmo un serio problema: ci troveremmo senza premier nel bel mezzo di una pandemia. La situazione è delicata e a Draghi, cui è stato chiesto un sacrificio in piena pandemia, va il massimo rispetto. Mi spiace se nei suoi progetti c’è veramente il Quirinale. Ma nessuno, un anno fa, avrebbe pensato che il voto per il Colle sarebbe coinciso con una nuova ondata di Covid”, risponde.
Aggiornato il 20 dicembre 2021 alle ore 17:39