
L’elezione del presidente della Repubblica “rischia di essere molto complicata. Quindi cerchiamo di offrire scene positive e costruttive: faccio appello perché tutti portino il loro contributo, il centrodestra parte con numeri importanti e nessuno a sinistra può sedersi a un tavolo e dire quello no”. Lo sostiene il segretario della Lega Matteo Salvini intervenuto su Italia 7 Gold. “Enrico Letta vuole elezione rapida e unitaria? Speriamo – aggiunge – basta che la sinistra non inizi con i veti e i no, e quello non mi piace, quello è sovranista, quello è amico di tizio e di caio, basta che ci sia la voglia di risolvere”. Salvini conferma “la compattezza del centrodestra ma non basta. Mi sono impegnato e lo farò: contatterò tutti i segretari piccoli e grandi per proporre loro di incontrarsi, ragionare e scegliere quanto più possibile in maniera unitaria. In tempo di Covid, occorre parlare il meno possibile e risolvere il più possibile”.
Per Giorgia Meloni, è necessario un patriota al Quirinale, senza compromessi. La leader di Fratelli d’Italia attende il discorso conclusivo di Atreju 2021 per lanciare un messaggio a quelle forze politiche, Partito democratico in testa, che invocano una larga maggioranza sull’elezione del presidente della Repubblica. Ma quello di Meloni è anche un messaggio all’alleato leghista che, da domani, chiamerà tutti i leader dei partiti per sedersi attorno a un tavolo e discutere dell’elezione del capo dello Stato.
Intanto, il coordinatore nazionale di Forza Italia torna a spingere la candidatura di Silvio Berlusconi al Colle, premettendo che “un presidente di area del centrodestra sarebbe perfetto”. Antonio Tajani spiega al Corriere della Sera che l’ex premier “ha meriti e record che in pochi possono vantare”. E li elenca: “È obiettivamente un capitano di industria, un grande uomo di sport che ha vinto tutto, è l’uomo che ha governato più a lungo il nostro Paese, che è stato più votato”. Mentre “a sinistra non vedo un candidato vero”, dice Tajani, che tende comunque la mano a sinistra: “Parliamone e confrontiamoci”. “Il presidente si elegge con il massimo del consenso”, e dunque, “tutti devono parlare con tutti”. Il prossimo capo dello Stato, per Tajani, deve essere “un politico di spessore, che ha preso voti, che ha governato” e non un tecnico, perché “se mettiamo solo tecnici la politica continua ad abdicare al proprio ruolo”. Dunque un politico, che garantisca però tutti, “perché ogni presidente si spoglia un attimo dopo l’elezione dell’abito di appartenenza e diventa garante della Repubblica”, prosegue il coordinatore azzurro. Draghi? Meglio se resta a Palazzo Chigi, dice il forzista, “per garantire l’unità nazionale in questa fase, non abbiamo ancora sconfitto il Covid”. “L’accoppiata Berlusconi-Draghi a livello nazionale e internazionale – sottolinea – sarebbe certamente positiva per il Paese”.
Aggiornato il 13 dicembre 2021 alle ore 15:39