
La colpa di tutto è di Alfonso Bonafede che segnalò ai vertici del Movimento 5 Stelle quel professore di Firenze che si chiamava Giuseppe Conte il quale divenne, non si sa per quale merito speciale, presidente del Consiglio, prima in un Governo M5S-Lega, poi in un Esecutivo M5S-Pd. Oggi Conte non conta più nulla ed infatti è stato nominato alla guida del partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Come leader di cantonate ne ha già prese parecchie, ma l’altro giorno è riuscito a superare se stesso: si è accorto che la Rai è lottizzata dai partiti. Lui, il Conte, ben poco ha fatto per stravolgere questo sistema quando era a capo dell’esecutivo ed anche oggi ha dimostrato di avere fatto la “scoperta” solo perché il suo partito è rimasto fuori dalle nomine. Sì perché, se il sistema avesse inserito anche un nome gradito i pentastellati, non ci si sarebbe più trovati di fronte ad alcun tipo di lottizzazione: un po’ patetico come ragionamento.
Ma c’è dì più. L’ex premier, dopo l’accadimento, è stato perentorio: “Non faremo più sentire la nostra voce sui canali del servizio pubblico” e noi utenti Rai ce ne faremo una ragione e non possiamo non sottoscrivere quanto postato sui social da Matteo Renzi: “La posizione grillina sulla Rai dimostra che non c’è bisogno di piani segreti per distruggere i 5 stelle: basta lasciar fare a Giuseppe Conte. Fa tutto da solo. Un anno fa mandava veline e immagini al Tg1, oggi annuncia che non andranno più in tivù. È stato bello, grazie di tutto. In momenti come questi, un pensiero ritorna alla mente: sì, ne valeva la pena”.
Aggiornato il 22 novembre 2021 alle ore 10:16