
Dal 1992 a oggi gestisce Quirinale e Palazzo Chigi, anche se è minoranza. Come evitare errori nella costruzione di un’alternativa contro le sindromi bipolari di destra e sinistra.
In questa nota non parlerò di “golpe”, ma di democrazia pilotata, non senza citare un mio chiasma, evidente soprattutto nei sottogoverni locali ma sottaciuto: “Il Partito Democratico governa anche quando perde le elezioni, mentre le destre perdono anche quando vincono le elezioni”.
Leggo un articolo di Francesco Cundari su Linkiesta, un poco schizofrenico, dal momento che ricorda le velate pecche del centrosinistra mentre alla fine auspica che queste continuino, magari con leggi elettorali “fatte bene” contro il “pericolo” del centrodestra. Se a Linkiesta riecheggiano i manifesti della Democrazia Cristiana del 1948 contro il “pericolo sovietico” stiamo freschi. Non si può dare un buon antinfiammatorio contro una tendinite alla caviglia, per poi consigliare lunghe corse a piedi scalzi lungo una spiaggia pietrosa. Cundari ricorda che “il centrosinistra ha vinto le elezioni politiche per la prima volta solo nel 1996”, e solo perché le destre si erano divise. Poi l’Unione di Romano Prodi vinse anche nel 2006, ma per appena 24mila voti in più alla Camera, perché al Senato la Casa delle Libertà prese più voti. La terza volta fu nel 2013, ma con un risultato talmente risicato che lo stesso Pier Luigi Bersani lo definì onestamente una “non-vittoria”.
Queste sono le tre vittorie del centrosinistra dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi. Di fronte a questi numeri rileva, giustamente, come un ossimoro che dal 1992 a oggi non c’è stato un solo capo dello Stato che non provenisse dall’area del centrosinistra. Inoltre, sono dieci anni esatti, con l’unica eccezione della breve parentesi gialloverde tra 2018 e 2019, che il Partito Democratico siede stabilmente al Governo… Il centrosinistra vince sistematicamente in inferiorità numerica. Aggiungerei che il Pd vince anche per una inferiorità mediatica e di capacità della sua controparte, e che governare senza avere la maggioranza è proprio ciò di cui la sinistra accusava Bettino Craxi, oltre che una concezione del potere più bolscevica che clintoniana.
Cundari si dice convinto che il nazionalismo al Governo in Polonia e Ungheria sia un pericolo. Questo è vero solo in parte, perché il sovranismo è anche sovrastimato dai media a fini politico-elettorali, dimenticando non a caso che quelle nazioni sono ancora schiacciate tra il dominio geopolitico russo e quello tedesco-europeo. Sono altri gli errori dei sovranisti. Per esempio la “politica sociale” di Giorgia Meloni (della destra lepenista francese) coincide troppo spesso con quella della sinistra dura e pura, inclusa la deriva corporativa in stile gilet gialli che ammala la nostra cittadinanza da sempre. Quanto all’opposizione tra europeismo e sovranisti, preferirei una Unione europea più federalista e meno politicamente-burocraticamente-ipocritamente corretta. Per esempio, prima di liquidare i “sovranisti” oso dichiararmi scandalizzato dall’ipocrisia dei media che da giorni martellano lettori e telespettatori sul terribile “muro” tra Polonia e Bielorussia. È vero: è una situazione terribile, ma c’è così tanta differenza tra il costruire un muro lungo un confine sfruttato politicamente dal padrone della Bielorussia, e pagare il padrone della Turchia perché si “tenga” lui i profughi e gli immigrati siriani e afghani in accampamenti non del tutto commendevoli?
Ricordo anche gli abbaiamenti contro il muro di Israele, e i silenzi su quello tra Usa e Messico, iniziato sotto il burka dei media da Barack Obama e poi esteso da Donald Trump tra gli ululati degli anti-altristi. Ricordo le cortine di velluto sulle mitragliate di avvertimento della Spagna biancorosa-rossa sui battelli degli immigrati, per non tacer del muro costruito dalla stessa Spagna nella sua enclave in Marocco. Partiti e cattiva politica hanno distrutto l’informazione corretta.
Cundari allude poi ai dirigenti del Pd che forse preferirebbero lasciare le chiavi del portone del Quirinale a Silvio Berlusconi, pur di costruirsi una legge elettorale a misura dei propri interessi personali. Ci vorrebbe una legge proporzionale pura, sostiene l’articolista, lamentando che siamo pur sempre di fronte al pericolo delle destre, contro le quali urgerebbero intelligenti atti e disinvolte turbo-policy alla Superman. Ovvero, si vuole perpetuare tutto ciò che Cundari ha appena criticato nel Pd e dintorni: l’uso della Forza contro le cattive destre.
Non c’è niente di meglio per far vincere i Dart Fener del centrodestra, Cundari. Quello della nuova Casa delle Libertà comunque non è certo l’Impero filmato da George Lucas, così come il Pd non è un Cavaliere di Malta defensor fidei. Bisognerebbe uscire dai fumetti, piuttosto. Quindi, attenzione: se questa è la cultura del nuovo centrismo laico-liberale in costruzione, non ci siamo. Non si predica contro il bipolarismo per poi ricaderci in pieno, mani e piedi. Essere più indipendenti è indispensabile, perché una maggioranza alternativa al menscevismo di Enrico Letta e alla paralisi del centrodestra possa avere una chance, al posto di troppe ciance.
Aggiornato il 18 novembre 2021 alle ore 13:50