I nuovi direttori di Tg che domani Carlo Fuortes presenterà al Cda Rai, sono stati frutto di un gioco incredibile di equilibri tra Palazzo Chigi e i partiti; gioco nel quale i vertici Rai sono stati totalmente esautorati.
Da questi equilibri, decisi dal Premier, si disegnano i canali di dialogo privilegiato che nelle prossime settimane prenderanno formalmente corpo. Nella solita partita politica che si gioca con la Rai escono vincitori e vinti. SettimoPiano raccoglie gli umori dell’Azienda che quasi sempre anticipano quelli di Montecitorio e l’attenzione che Mario Draghi verso qualcuno dei protagonisti della politica è evidente. I vincitori sono sicuramente Partito Democratico e Fratelli d’Italia. Gli sconfitti, grillini e leghisti. Vediamo le nomine in particolare:
Al Tg1 Monica Maggioni: impeccabile curriculum professionale interno all’azienda (nella quale ha ricoperto anche il ruolo di Presidente), un profilo giornalistico internazionale e, in qualità di Presidente Trilateral Italia, legata allo stesso coté di potenti amici d’Oltreoceano che sponsorizzano la premiership di Draghi. Unico limite, dicono a Saxa Rubra, il suo carattere troppo personalistico e autoritario che rischia l’immediato scontro con la complessa redazione del Tg1 e con il sindacato Usigrai.
Al Tg2 Gennaro Sangiuliano (confermato). Difeso a spada tratta da Giorgia Meloni (nonostante la vulgata di un distacco tra i due, in realtà il suo Tg è quello che riconosce più spazio all’opposizione nei dati dell’Osservatorio di Pavia), dapprima svenduto dalla Lega (per difendere la posizione in Tgr) e poi recuperato da Matteo Salvini (una volta ottenuta la riconferma di Casarin), sembrava in bilico nell’idea originaria di Draghi di mettere tre donne nei tre Tg maggiori.
Al Tg3: Simona Sala (oggi direttore del GrRadio), ritenuta ottima professionista in quota 5Stelle, ma con una storia dichiaratamente di sinistra che le consentirà di governare con tranquillità una redazione molto schierata ideologicamente e che il Pd ritiene una testata di proprietà.
Alla Tgr la Lega conferma Alessandro Casarin (per il quale ha fatto barricate) ma sarà costretta a rinunciare alla condirezione di Roberto Pacchetti (anche lui leghista). Il ridimensionamento della Lega è confermato anche dalla perdita di RaiSport che andrà ad Alessandra Di Stefano in quota 5Stelle.
Mario Orfeo viene promosso alla Direzione Approfondimenti prevista dal Piano industriale. La Direzione (nell’idea originaria di Fabrizio Salini, l’ex Ad che lo ha ideato) accentrerà tutti i programmi di informazione giornalistica fino ad oggi gestiti dalle reti. In questa maniera il Partito Democratico tiene in mano la quasi totalità delle Direzioni di Genere dove si costruisce il prodotto televisivo Rai (oltre a Fiction, Cinema, Cultura, Ragazzi) aggiungendo il Prime Time che quasi sicuramente sarà affidato al piddino Stefano Coletta, attuale direttore di Rai1.
Al GrRadio andrà Andrea Vianello, consentendo al Pd di rioccupare una delle testate Rai più importanti.
A RaiNews24, nel posto lasciato da Vianello, il colpo di FdI con la promozione a direttore del meloniano Paolo Petrecca, già vicedirettore nella stessa testata. RaiNews24 sarà la testata strategica nell’evoluzione informativa della Rai dei prossimi anni.
A Rai Parlamento rimane Antonio Preziosi in quota Forza Italia.
Naturalmente le proposte di Fuortes dovranno essere approvate dal Cda di domani a Napoli. E non è escluso che le fibrillazioni interne ai partiti e allo stesso Cda (alcuni consiglieri avrebbero rifiutato un incontro con l’Ad, contestando il fatto di non essere stati coinvolti nelle scelte) portino a sorprese dell’ultim’ora.
Aggiornato il 18 novembre 2021 alle ore 10:14