Settimopiano. Troppo Fuortes

La partecipazione dell’Amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, alla festa di compleanno del plenipotenziario del Partito Democratico e suo mentore, Goffredo Bettini, insieme a Gianni Letta e Giuseppe Conte, ha fatto storcere la bocca a molti in azienda e fuori. SettimoPiano dice che se una cosa del genere l’avesse fatta il suo predecessore, Fabrizio Salini, si sarebbero sprecati gli attacchi dei giornaloni, dei membri della Vigilanza, dei sindacati interni al grido di “fuori i partiti dalla Rai”.

Invece colpisce il silenzio di tutti (eccezion fatta per le veementi proteste di Fratelli d’Italia in Vigilanza e per un imbarazzato comunicato di Michele Anzaldi, devoto adepto del culto Draghi/Fuortes); silenzioso il consigliere dei dipendenti Riccardo Laganà, che del “fuori i partiti dalla Rai” ne ha fatto la sua campagna elettorale in azienda; silenzioso persino l’onnipresente sindacato dei giornalisti Usigrai che con la storia dell’autonomia della Rai dalla politica si riempie la bocca da anni. Fuortes non si tocca, al pari di Mario Draghi è l’uomo della Provvidenza. Quindi il suo appartarsi con Bettini e Conte per parlare di nomine Rai non è una cosa che crea scandalo.

Eppure, SettimoPiano ci dice che tra i corridoi ovattati un po’ di malessere inizia a serpeggiare sull’operato dell’Ad. Accolto con squilli di tromba dalla maggioranza al Governo, partito con proclami roboanti e interviste santificate sui giornali amici, Fuortes sta inciampando ogni passo che fa. Il Piano industriale, con cui si è fatto bello nella sua intervista su Repubblica, è lo stesso del suo tanto criticato predecessore Salini. L’attuale Ad della Rai non ha cambiato neppure una virgola e qualcuno dalle parti del Cda sottolinea “a causa delle non brillanti competenze industriali e di prodotto”.

Sulla parte economica Fuortes si è affidato completamente al suo capo staff, l’ex Cfo della Rai, Giuseppe Pasciucco, l’uomo dei conti dell’azienda. È stato lui a consentire l’operazione immagine di un bilancio sostanzialmente in pareggio ma che tutti sanno sarà garantito da una serie di fattori che con Fuortes non c’entrano nulla: il rimbalzo positivo della raccolta pubblicitaria ben oltre le aspettative del mercato (+10 milioni); il risparmio sui mancati diritti sportivi della Coppa Italia di calcio fatta però dal precedente Cda (+30 milioni); il risultato di Rai Cinema (+10 milioni sopra il budget preventivato) grazie all’Ad, Paolo Del Brocco, che molti, dentro e fuori l’azienda, avrebbero visto bene nel posto che occupa Fuortes. Di suo Fuortes ha solo imposto 4 milioni di tagli orizzontali sul budget 2021 di canali e reti, penalizzando il prodotto Rai.

Un po’ poco per l’uomo che appena insediato ha rivendicato l’obbligo di un pareggio di bilancio per la Rai non previsto da nessuna normativa. Ora l’Ad è atteso al varco con la partita delle nomine (in cui si sarebbe già consegnato in mano ai partiti) e con il tema delle risorse, dopo che l’Europa ha imposto all’Italia di togliere il canone dalle bollette entro il 2023.

Aggiornato il 13 novembre 2021 alle ore 11:22