
Nassiriya, Iraq: è il 12 novembre del 2003. Alle 10,40 locali – 8,20 nel nostro Paese – una autocisterna forza l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri: i due uomini a bordo del mezzo fanno esplodere una bomba. Ventotto i morti: 9 iracheni e 19 italiani (12 carabinieri, due civili, cinque militari dell’Esercito). Oggi il mondo della politica ricorda quei tragici fatti. Sergio Mattarella, in un messaggio al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, dice: “Nelle operazioni di ristabilimento della pace e per la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, la Repubblica italiana continua a rappresentare un esempio, grazie alla vicinanza e alla capacità di dialogo con le popolazioni locali”.
Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, sottolinea: “Onoriamo oggi la memoria di tutti i caduti militari e civili italiani nelle missioni internazionali per la pace. Nessuno deve dimenticare il loro estremo sacrificio in difesa dei nostri valori. Il loro ricordo è indelebile nella coscienza degli italiani. Tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso i militari e i civili impegnati per la pace nel mondo, per la generosità e la professionalità con cui quotidianamente assolvono al loro compito in contesti di grande pericolo”.
Roberto Fico, presidente della Camera, parlando dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace, segnala che “essi incarnano lo spirito più autentico delle missioni internazionali che è, e deve restare sempre, quello di uno strumento al servizio della causa della pace”.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, su Facebook scrive: “A 18 anni dalla strage di Nassiriya onoriamo la memoria di tutti gli italiani, militari e civili, sacrificatisi per la democrazia, la sicurezza e la libertà nelle missioni internazionali. A loro va il nostro ringraziamento e l’impegno di continuare a lottare contro il terrorismo”.
Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità, chiosa: “Il giorno della strage di Nassiriya, quel 12 novembre 2003, è la Giornata dedicata al ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. È un ricordo che stringe tutto il Paese intorno alla vita di questi nostri caduti, al loro servizio all’Italia nelle aree di crisi per garantire il rispetto dei diritti umani, al dolore delle loro famiglie. Averli persi è un dolore che non smette di accompagnarci: continuiamo a ricordare e onorare le loro vite con gratitudine”.
Aggiornato il 12 novembre 2021 alle ore 13:31