
Oggi “siamo fuori dalla Costituzione”. Questa è la situazione, questa è la realtà. La nostra Carta non prevede lo stato di emergenza tranne nel caso di guerra. Fuori da questo caso, si è fuori dallo Stato di diritto e fuori dall’esercizio ordinario del potere. Ai soli fini del riordino della protezione civile, il legislatore ha introdotto con decreto legislativo i casi in cui è possibile dichiarare lo Stato di emergenza “per limitati e predefiniti periodi di tempo”, ovvero massimo un anno, prorogabile al massimo di un altro anno. La straordinarietà subentra alla ordinarietà.
Ciò non significa che il ministro dell’Interno faccia “sparare” gli idranti contro i manifestanti contrari al Green pass durante una manifestazione di protesta pacifica, e neanche che tramite la questura consegni un Daspo, ordine coercitivo di allontanamento, a un individuo che dal tavolino di un bar manifesti il proprio dissenso sempre riguardo all’obbligo della certificazione verde “imposta ad arte” al fine di rendere obbligatorio il vaccino, di cui non c’è certezza e sicurezza sperimentale scientifica-medica.
Lo stato di emergenza è stato dichiarato da Giuseppe Conte – il 31 gennaio 2020 – per la durata di sei mesi. Il Governo Draghi lo ha prorogato molte volte, arrivando alla data del 31 dicembre 2021. In base al decreto legislativo del 2018, non si può oltrepassare la data del 31 gennaio 2022. Il potere fa gola, soprattutto quando a gestirlo sono soggetti mai eletti o votati dal popolo. Dunque, finché non si torna alle urne – unica possibilità di rientrare nella Costituzione – potrebbero uscire fuori altre emergenze da pandemia e varianti, in modo da tenere a casa gli italiani, facendo dimenticare non solo il voto elettorale ma anche e soprattutto che queste persone governano senza consenso e legittimazione popolare.
Se Draghi agisce con un decreto-legge, esso va convertito in legge dal Parlamento e promulgato poi dal presidente della Repubblica, sottoponibile peraltro al controllo della Corte costituzionale. Contro una delibera in eccesso di potere da parte del presidente del Consiglio, può agire tecnicamente il Tribunale amministrativo e poi il Consiglio di Stato, organi non velocissimi nel dare risposte e contravvenire prontamente alle violazioni dello Stato di diritto.
Bisogna andare a votare e avere un Esecutivo composto da persone elette con il voto dagli italiani. Il presidente della Repubblica, questa volta, deve essere di centrodestra. Sergio Mattarella e la sinistra “mollino la presa” e si accomodino a casa, in pace: “danni” ne sono stati fatti a iosa.
Aggiornato il 10 novembre 2021 alle ore 14:38