Lega, Maroni si schiera con Giorgetti

Matteo Salvini ottiene i “pieni poteri” della Lega. Giancarlo Giorgetti si adegua. Almeno, per ora. “Il Consiglio federale – si legge in una nota di partito – ha votato all’unanimità la condivisione della linea politica, affidando mandato pieno al segretario sulla via della Lega nazionale”. È il risultato dell’incontro durato quasi cinque ore alla Camera. Ma c’ chi non la prende bene. “Sarebbe bene fare quello che dice Giorgetti. Occorre che la Lega aderisca al Ppe”. Lo dichiara, in un’intervista a Repubblica, l’ex ministro Roberto Maroni, tra i fondatori del Carroccio. “Converrebbe anche a Salvini – spiega – che potrebbe prendere il posto di Silvio Berlusconi. Diventare così il leader di un centrodestra moderato in Italia in grado di dialogare con le forze di centro che non hanno tanta forza. Lasciando a Giorgia Meloni il ruolo della destra”. Preferendo i sovranisti, la Lega rischia l’isolamento come teme Giorgetti? “Se sceglie quella linea sì”, risponde Maroni, che fa le sue previsioni: “Giorgetti resterà dentro la Lega anche se controvoglia”, mentre “Salvini proporrà un accordo che lo rafforzerà come segretario e Giorgetti se ne farà una ragione”. Maroni invita il segretario del Carroccio “ad ascoltare le sezioni, gli imprenditori, la gente. Mi sembra che Salvini dia troppo poco ascolto a quelli che non la pensano come lui. Ascolta solo gli yes man di cui si circonda”.

Sul fronte opposto, interno alla Lega, si schiera Riccardo Molinari, salviniano doc. Il capogruppo della Lega alla Camera ai microfoni di Radio24 attacca il numero due. “Giorgetti – sottolinea – ha spiegato di essere stato mal interpretato, ha spiegato che si è espresso male, ha riposto troppa fiducia nel suo interlocutore, ha spiegato cosa voleva dire, ma se si è scusato. Ha capito che ha recato un danno al partito, anche perché questa settimana la Lega ha ottenuto la conferma dei referendum sulla giustizia, è la settimana in cui si è bloccato al Senato il Ddl Zan, quindi ci sono state due vittorie della Lega ed invece si è finiti a parlare dell’intervista di Giorgetti, quindi qualcosa ha sbagliato”.

Per Molinari, “c’è stato un chiarimento e si è confermata la piena fiducia alla linea del segretario, il pieno appoggio del direttivo federale al segretario Salvini, il quale era irritato per la serie di indiscrezioni giornalistiche che quotidianamente escono su presunte divisioni all’interno della Lega, che è un po’ il gioco dei nostri avversari per dividerci, bisogna anche evitare di dare materiale per crearle queste divisioni e alimentarle”.

In buona sostanza, al Consiglio federale della Lega è stata siglata la “pace armata” tra Salvini e Giorgetti. Quanto durerà, al momento, non è dato sapere.

Aggiornato il 05 novembre 2021 alle ore 12:59