Ddl Concorrenza: dalle concessioni alla telefonia

“Rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo e amministrativo, all’apertura dei mercati”, “garantire la tutela dei consumatori” e l’accesso “ai mercati di imprese di minori dimensioni”. Oltre trenta articoli che vanno dalla mappatura delle concessioni pubbliche alle gare per le centrali idroelettriche, dalle colonnine di ricarica per veicoli elettrici ai servizi pubblici locali: ecco la bozza del Ddl Concorrenza che andrà in Consiglio dei ministri. Il dibattito politico è giunto così dopo rinvii e vari incontri tecnici. Niente liberalizzazioni delle spiagge o per gli ambulanti. Non solo: secondo quanto appreso dall’AdnKronos, sarebbe saltata la norma “che consentiva ai notai di esercitare in tutta Italia, al di fuori dunque del distretto di appartenenza e della Regione di assegnazione. Una norma che, di fatto, puntava su una maggiore mobilità del notariato”.

Obiettivo del Ddl Concorrenza

Come riportato nel primo articolo del testo che sarà all’esame del Cdm, l’obiettivo è quello di “promuovere lo sviluppo della concorrenza, anche al fine di garantire l’accesso ai mercati di imprese di minori dimensioni”, oltre al fatto di “rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo e amministrativo, all’apertura dei mercati”, senza dimenticare di “garantire la tutela dei consumatori”.

Il Comitato tecnico la valutazione delle nomine dell’Authority

In cantiere il Comitato tecnico che dovrà sottoporre a valutazione le nomine delle Authority, il tutto per “rafforzarne l’indipendenza”. Una norma che sarà relativa all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la Commissione nazionale per le società e la borsa, l’Autorità di regolazione dei trasporti, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il Garante per la protezione dei dati personali. Ma anche l’Autorità nazionale anticorruzione, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione e la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il ruolo del Comitato tecnico

In relazione a queste istituzioni, “ogni soggetto competente per la nomina istituisce un “Comitato tecnico per la selezione delle candidature a presidente e componente delle Autorità amministrative indipendenti”. Ogni Comitato sarà formato da cinque elementi “scelti tra personalità di indiscussa indipendenza e di chiara fama internazionale nei settori di rispettiva competenza” con il compito di verificare pure “sulla base delle manifestazioni di disponibilità ricevute” a seguito di un avviso pubblico “la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa vigente in relazione alla nomina dei componenti di ciascuna Autorità e trasmette ai soggetti competenti alla nomina una lista di almeno quattro candidati per ciascun membro da nominare, dotati di comprovata competenza ed esperienza nel settore in cui opera l'Autorità, oltre che di notoria indipendenza e di indiscussa moralità, nel rispetto del principio della parità di genere”. Il Comitato (la cui partecipazione sarà a titolo gratuito) avrà la possibilità di portare in audizione i candidati e per la “carica di presidente delle Autorità il Comitato tiene in considerazione anche la dimostrata capacità di presiedere organi collegiali, di elaborare strategie complesse e di curare relazioni istituzionali a livello nazionale e internazionale”.

Trasporti non di linea

Un intervento sull’autotrasporto non di linea che ha in serbo, peraltro, la regolazione dei servizi (come Uber) e la riforma delle licenze sia taxi che Ncc. Sono alcuni elementi sottolineati nella bozza del provvedimento, che dovrebbe prevedere anche un “adeguamento dell’offerta di servizi alle nuove forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Oltre a ciò, è sul tavolo la “riduzione degli adempimenti amministrativi a carico degli esercenti degli autoservizi pubblici non di linea e razionalizzazione della normativa, ivi compresa quella relativa ai vincoli territoriali, alle tariffe e ai sistemi di turnazione, anche in conformità alla giurisprudenza della Corte costituzionale in materia”. Senza dimenticare la “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”.

La comunicazione della nascita delle imprese

Da sette a quattro giorni: scende così il termine, secondo quanto indicato dalla bozza del Ddl, del termine per la comunicazione unica sulla nascita delle imprese. Più precisamente: “Le Amministrazioni competenti comunicano all’interessato e all’ufficio del registro delle imprese, per via telematica, immediatamente il codice fiscale e la partita Iva ed entro i successivi quattro giorni gli ulteriori dati definitivi relativi alle posizioni registrate”.

Ddl Concorrenza: gli altri punti

Per il resto, in tema di concessioni la sensazione è che ci sia l’intenzione di prendere tempo: quindi via a una mappatura per capire il quadro della situazione (chi le detiene e da quanto tempo, per esempio). Con il Ddl, infine, potrebbero arrivare una serie di misure sui farmaci (obiettivo implementare la distribuzione e velocizzare l’immissione in commercio di nuovi medicinali) e nuove norme sulle nomine dei dirigenti medici. Sul fronte delle compagnie telefoniche, dovranno acquisire la prova del previo consenso del cliente prima dell’addebito dei costi di servizi in abbonamento offerto da terzi: anche è questo è previsto nella bozza. Il tutto per andare contro il fenomeno delle attivazioni “all’insaputa” della utenza.

Aggiornamento ore 19

Avviamo un’operazione di trasparenza”. Ne è convinto Mario Draghi, che ha ricordato: “Nel recente passato, i governi italiani hanno preso due strade sul fronte della concorrenza. Alcuni hanno provato a passare delle misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è stato che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno invece ignorato la questione. La legge che ci apprestiamo a varare dovrebbe avere natura annuale. Eppure, dal 2009 a oggi, è stata approvata una sola volta, nel 2017, a due anni dalla presentazione”.

Draghi ha poi sottolineato: “Questo Governo intraprende una terza strada, che crediamo possa essere più efficace. Avviamo un’operazione di trasparenza e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze”.

Sul provvedimento, il premier ha notato: “I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il Governo della maggior parte delle concessioni. Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

“Approviamo una delega per il riordino dei servizi pubblici locali, e una per il riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea – ha insistito Draghi – abbiamo inoltre modificato alcune norme in materia di gestione dei rifiuti. In materia di salute, abbiamo modificato i criteri di accreditamento e convenzionamento delle strutture private, per valorizzare la qualità dei servizi offerti. Abbiamo modificato le modalità di selezione della dirigenza medica, per basarla su criteri certi e limitare la discrezionalità”.

“La tutela della concorrenza non si ferma comunque a questo disegno di legge – ha terminato il premier – è un obiettivo trasversale a tutta la politica economica del Governo. Ne sono esempi la legge sulle lauree abilitanti, prevista dal precedente esecutivo, e la recente apertura delle tratte a medio e lunga percorrenza per i bus”.

La posizione dei taxi

“L’ipotesi di introdurre il comparto del trasporto pubblico non di linea nel Ddl concorrenza è per noi inaccettabile. Siamo pronti alla mobilitazione”. Lo hanno riferito all’Ansa Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Orsa taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi. “La normativa che disciplina il settore è già stata profondamente revisionata e adeguata ai tempi nel 2019, ed ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della corte costituzionale, allora presieduta dal Ministro Marta Cartabia – hanno spiegato sempre all’Ansa – oggi occorre solamente concludere l’iter di riforma con l’approvazione dei previsti decreti attuativi e di un Dpcm per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislativa della Presidenza del Consiglio”.

Secondo i sindacati “la possibilità che le istituzioni possano cedere alle pressioni esercitate da particolari gruppi di interesse e alle fameliche mire di grandi multinazionali che gestiscono piattaforme di intermediazione tecnologica, abbandonando così i lavoratori del settore a ricatti e sfruttamento, trasformandoli di fatto da driver in rider, vedrà la nostra ferma e dura opposizione e la nostra mobilitazione”.

Aggiornato il 05 novembre 2021 alle ore 11:29