Pensioni: è scontro tra Draghi e i sindacati

Sul tema delle pensioni è ormai scontro tra Mario Draghi e i sindacati. Il premier, quando manca poco al varo della manovra attesa sull’agenda del Consiglio dei ministri, ha fatto capire che dal contributivo non si tornerà indietro. Ma a far storcere il naso è altro: Maurizio Landini della Cgil ha spiegato che “il Governo pensa a una crescita che farà tornare il Pil ai livelli pre-pandemia dalla fine del primo semestre 2022. Questa crescita non può creare lavoro precario. Il sistema contributivo per le pensioni si regge solo se si pone fine alla precarietà del lavoro”.

L’incontro tra i sindacati e Draghi

I sindacati non sono usciti soddisfatti dall’incontro: nessun accordo sulle pensioni, su ammortizzatori sociali e taglio delle tasse. Non è escluso che, dopo l’eventuale ok incassato dalla legge di Bilancio, ci potrà essere una mobilitazione. Landini ha detto: “Accordi non ce ne sono stati. Con 600 milioni non fai una riforma degna di questo nome. E inoltre: “Se giovedì (al Cdm sulla manovra) il Governo confermerà questa impostazione, nei prossimi giorni valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione. Se poi vorranno confrontarsi con noi siamo pronti a farlo giorno e notte ma se non dovesse avvenire valuteremo quello che il Governo fa. E decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte”.

Pierpaolo Bombardieri (Uil) ha affermato: “Su queste risposte sulla manovra il sindacato, unitariamente, valuterà nei prossimi giorni, dopo le decisioni che saranno prese dal Consiglio dei ministri, forme e strumenti di mobilitazione per sollecitare scelte adeguate... sulle pensioni non c’è neanche una scelta: né 102 né 104. C’è solo la scelta di stanziare 600 milioni per la proroga di Opzione Donna e l’Ape sociale. Né ci sono risposte a chi ha versato per 41 anni i contributi a prescindere dalla età anagrafica, non ci sono risposte sulla necessaria riforma complessiva”.

Luigi Sbarra (Cisl) ha ritenuto “insufficiente” l’incontro, oltre a sottolineare l’assoluta insoddisfazione su questioni poste in maniera precisa: “Le risorse sono largamente insufficienti per finanziare una vera grande riforma degli ammortizzatori sociali. È sbagliato considerare le pensioni un lusso o una regalia”.

 

Aggiornato il 25 marzo 2022 alle ore 10:15