Dopo la sconfitta serve un centrodestra europeista e liberale

Le elezioni amministrative sono state vinte dal Pd e perse dal centrodestra. È inutile girarci indietro o mettere la polvere sotto il tappeto. Il primo turno aveva già dato una forte indicazione con la vittoria al primo turno del Pd a Milano, Napoli e Bologna, ma con la vittoria anche al secondo turno a Roma e Torino il cappotto è stato netto. Se era scontata la vittoria del Pd a Bologna e a Napoli, non lo era affatto Milano, dove i sondaggi davano competitivo il centrodestra ed anche a Roma e Torino. Il paradosso è che il centrodestra invece di candidare i migliori dei propri ha cercato civici dietro il quale nascondersi, dimostrando di non avere classe politica interna da candidare o di avere paura a governare.

Se si analizza il voto però si vede che il problema non sono stati i candidati a sindaco, scelti all’ultimo momento e nel peggiore dei modi, ma i partiti, che sono andati male. A Roma il centrodestra era dato al 38-40 per cento, mentre la coalizione al primo turno si è fermata al 30 per cento; a Torino il centrodestra si era aggrappato a un ottimo candidato, riconosciuto da tutti, ed ha perso anche a lì. Il centrodestra si era illuso di aver conquistato negli ultimi tempi la maggior parte delle Regioni, ma non ha tenuto conto che le elezioni per i governatori sono ad un turno e quasi sempre sono avvenute in un sistema tripolare (centrosinistra, 5 stelle, centrodestra). Mentre le comunali sono con il doppio turno e le attuali sono avvenute con la crisi dei 5 stelle e un ritorno al bipolarismo, cosa che ha favorito il Pd.

Inoltre, cosa più complessa, la parte maggioritaria del centrodestra non ha ancora ben compreso che con la pandemia è cambiato il mondo. La pandemia ha travolto muri e frontiere, un mondo intero si è fermato terrorizzato e impaurito e la pandemia ha dimostrato che il mondo globalizzato non è una invenzione dei poteri forti ma una realtà con la quale fare i conti. La pandemia ha cambiato il paradigma della politica e temi come i migranti o la sicurezza non sono prioritari per i cittadini, che oggi hanno paura per il proprio futuro, impauriti di quello che è successo. Hanno bisogno di tranquillità, di moderazione, di toni rassicuranti, hanno bisogno di sapere che ce la possono fare.

Non solo ma la pandemia ha anche svegliato l’Unione europea che, grazie alla Angela Merkel, ha messo da parte le politiche rigoriste e capito che era venuto il momento di mettere mano al portafoglio, ed ha messo a disposizione ingenti risorse per la ripresa attivando per la prima volta il meccanismo di un debito garantito dall’Europa e non più solo dai singolo paesi. Proprio la pessima gestione della pandemia ha portato alla vittoria negli Usa il democratico Joe Biden e alla sconfitta il presidente Donald Trump, che nel suo mandato aveva cercato in tutti i modi di scardinare l’Unione europea supportando attraverso i vari Bannon i movimenti sovranisti e nazionalisti anti Ue.

Con Biden l’Unione europea torna ad essere una alleata essenziale e necessaria anche per fermare l’ascesa della Cina e gli interessi degli Usa sono tornati a coincidere con quelli europei. Non è un caso che i partiti e i movimenti anti Ue sono in difficoltà dappertutto così come inizia ad andare in crisi il populismo che sembrava inarrestabile sino a poco tempo fa. Il centrodestra non ha capito tutto questo. Ha continuato a lisciare il pelo a ogni forma di protesta, dai No vax e ai No green pass, e continua a essere sostanzialmente euroscettico. Matteo Salvini aveva fatto il capolavoro di appoggiare il Governo Draghi, l’uomo simbolo della Ue, tanto da far andare ai pazzi il Pd orfano del governo Conte, ma ha subito iniziato a fare le bizze , un po’ al governo, un po’ all’opposizione, per non farsi scavalcare dalla Meloni, invece di intestarsi quanto di buono sta facendo Draghi sul terreno della crescita, vanificando cosi la presenza della Lega al governo.

Inoltre continua ad avere una posizione euroscettica e avere in Europa rapporti con movimenti come quello di Marine Le Pen che sono di fatto antieuropei. La Meloni è all’opposizione del Governo e in Europa guida il gruppo dei conservatori europei del quale fanno parte paesi euroscettici come quelli di Visegrad, che con il loro nazionalismo rischiano di scardinare i principi fondamentali della Ue. Oltretutto questi paesi hanno oggettivamente interessi opposti a quelli dell’Italia e dei paesi mediterranei. Forza Italia ha una posizione fortemente europeista ed ha avuto sulla pandemia una posizione giusta, sostiene con convinzione il Governo Draghi, ma a causa della sua attuale debolezza elettorale non ha più la guida del centrodestra e non sembra avere la forza per determinare le scelte strategiche della coalizione.

Né può essere credibile la proposta di un partito unico conservatore, sul modello repubblicano Usa, perché non esiste un partito unico tra tre forze che hanno una diversa collocazione internazionale. Inutile continuare a parlare di un centrodestra che si presenterà alle prossime politiche unito quando due partiti sono al governo ed uno all’opposizione, è un po’ azzardato perché non funziona così. Il problema poi non è neanche tanto il federatore, ed è inutile andare alla ricerca del nome noto da candidare come premier, il che significherebbe non aver capito molto dalla sconfitta di queste amministrative. Silvio Berlusconi ha incontrato Giorgia Meloni e Matteo Salvini per fare il punto dopo le amministrative e subito dopo è volato a Bruxelles per la riunione del partito Popolare. Ha dichiarato che è lui il garante in Europa del centrodestra e prenderà per mano Salvini per portarlo nel Ppe così come avvicinerà il gruppo della Meloni alla famiglia dei popolari.

Peccato che solo qualche ora dopo Salvini rendeva pubblica una telefonata con la Le Pen per rafforzare il gruppo in Europa e votava a difesa della Polonia in Parlamento europeo, insieme alla Meloni, quando a Roma aveva votato una mozione della maggioranza contro Varsavia. Insomma un atteggiamento schizofrenico, perché non puoi a Roma sostenere Draghi e in Europa stare con la Le Pen e con gli anti Ue. Questo il problema del centrodestra, la diversa visione sull’Europa. Il punto è che il centrodestra o fa una vera e convinta svolta europeista e si dimostra affidale per il governo dell’Italia o rischia di finire su un binario morto.

Hic Rhodus hic salta.

Aggiornato il 26 ottobre 2021 alle ore 11:01