Matteo Salvini e il giorno dell’orgoglio leghista

Matteo Salvini detta la linea dell’orgoglio leghista. Dopo l’uscita dal gruppo del Carroccio dell’europarlamentare Francesca Donato, si cercano risposte alle fibrillazioni della base. “Sono trent’anni che ne dicono di tutti i colori sulla Lega. Se aspettano una Lega divisa devono aspettare i prossimi trent’anni”. Matteo Salvini, leader della Lega, ospite di Telelombardia, risponde così ad una domanda sulle divisioni nel partito. “Un partito che raccoglie la fiducia di milioni di italiani, che ha mille sindaci e governa 14 regioni per fortuna in democrazia ha sensibilità diverse, ma su alcuni temi fondamentali, il no a nuove tasse, la conferma di Quota 100 e l’aumento delle pensioni di invalidità, siamo tutti d’accordo”, dice. “Sulla storia del green pass esteso o meno saranno gli anni a dire chi aveva ragione. Noi stiamo garantendo come Lega il diritto al vaccino per chi lo vuole e il diritto alla studio, alla mobilità e al lavoro a tutti quelli che hanno fatto un’altra scelta. Una posizione di equilibrio, con i tamponi a basso costo”, aggiunge. “Con Mario Draghi – afferma – c’è sintonia perché la Lega ha fatto nascere questo governo sul preciso impegno che non si sarebbe aumentata nessuna tassa. Noi siamo al fianco di Draghi”. “A sinistra si parla di tassa patrimoniale e di tasse sui risparmi. In questi giorni si parla di revisione degli estimi catastali, che significa un aumento della tassa sulla casa. Da questo punto di vista contiamo su Draghi come argine alla voglia di tasse della sinistra e dei 5 Stelle”, dice ancora.

Intanto, i primi segnali di “svolta” per la Lega arrivano dalla Lombardia. Via Bellerio è pronta a varare l’accoglienza di nuovi esponenti. I primi dovrebbero arrivare tutti da Forza Italia. Un nome dato per certo al “salto del fosso” è quello dell’ormai ex forzista Alessandro Fermi, 47enne presidente del Consiglio regionale lombardo. Alle ultime Regionali Fermi ha collezionato 8.229 preferenze, risultando il più votato in provincia di Como. Un altro “papabile” al cambio di casacca è il lecchese Mauro Piazza. Ma si ipotizzano altri ingressi nella Lega: quello del sottosegretario con Delega ai rapporti internazionali Alan Rizzi e della vicepresidente della commissione Sanità Simona Tironi.

Si è parlato, per esempio, di un possibile passaggio da Forza Italia alla Lega di Melania Rizzoli. Mentre l’ex assessore regionale alla Sanità lombarda Giulio Gallera ha smentito a Libero nella maniera più assoluta contatti con altri partiti che non siano quelli legati al partito fondato da Silvio Berlusconi. Da inizio legislatura la lista dei transfughi forzisti verso la Lega conta anche Silvia Sardone. Invece, Paolo Franco, Federico Romani e il sottosegretario Marco Alparone sono passati dagli azzurri a Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni ha accolto anche l’ex Pd Patrizia Baffi e sarebbe pronta a tesserare anche un consigliere regionale grillino. Gli azzurri in Consiglio regionale hanno un problema evidente: sono ormai poco “attrattivi”. Il primo a preoccuparsi della “transumanza” è il governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana. Che tipo di riflessi possono avere questi spostamenti sulla Giunta regionale? Lo spettro di un nuovo rimpasto comincia a delinearsi sempre più chiaramente.

Aggiornato il 22 settembre 2021 alle ore 16:02