
Giorgia Meloni si schiera in favore del sostegno pubblico all’editoria. Rispondendo alle domande poste dal Fatto Quotidiano sostiene che, in generale, è “favorevole che lo Stato sostenga l’editoria per garantire e difendere il pluralismo dell’informazione, che è un caposaldo della democrazia. E che lo faccia soprattutto nel tempo della crescita dei social media”. La leader di Fratelli d’Italia parla anche della propria posizione di giornalista in aspettativa e dei contributi pubblici presi negli ultimi anni dalla società a responsabilità limitata della quale è dipendente non retribuita. “Ho deciso – afferma – di non avvalermi della generosa opportunità di versare i contributi volontari per poi avere diritto anche alla pensione da giornalista. E non lo farò neppure in futuro”.
Alla domanda se sia giusto che Il Secolo d’Italia prenda il contributo dalla Presidenza del Consiglio come giornale appartenente alla Fondazione An anche se, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano “solo a maggio 2019 l’assemblea della società Secolo d’Italia srl ha tolto dallo statuto la dicitura che Il Secolo d’Italia è un organo di movimento politico”, Meloni ribadisce: “Sono questioni di cui non sono a conoscenza. Sul Secolo d’Italia – che sicuramente non è un organo di Fratelli d’Italia – l’unica posizione che conosco è la mia: sono una giornalista professionista in aspettativa non retribuita e che ha rinunciato ai contributi anni fa”.
Aggiornato il 31 agosto 2021 alle ore 13:34