I politologi, soprattutto stranieri, sostengono che capire la politica italiana è impresa maledettamente complicata perché si connota normalmente come una matassa ingarbugliata fatta di intrighi ed alleanze a volte sottaciute, altre volte simulate, con cambiamenti repentini ed una sovrabbondanza di dichiarazioni, spesso contraddittorie, dei leader dei vari partiti che devono essere attentamente seguite giorno per giorno. Solo pochi attenti analisti riescono a districarsi e ad assolvere il difficile compito di spiegare la dinamica e la logica della politica italiana. Uno di questi è certamente Luigi Tivelli, fine giurista che per oltre trent'anni ha frequentato i palazzi del potere e che nel corso del tempo si è dedicato a sviscerare i problemi della vita politica ed istituzionale del nostro Paese attraverso molte pubblicazioni, a cui si aggiunge oggi “Dalla Brutte Époque al Governo Draghi. Le prospettive del Recovery Plan” (Rubettino, Soveria Mannelli 2021, pagine 151), una lettura fondamentale per inquadrare le vicende che hanno portato alla nascita del Governo Draghi e per individuare le prospettive del Recovery Plan, come annuncia il sottotitolo di questo importante libro, impreziosito da una prefazione di Lamberto Dini.

Luigi Tivelli descrive, con esemplare chiarezza, la ricaduta dell'emergenza pandemica su un sistema politico istituzionale ed economico già fortemente compromesso a partire dal 2007. L'Italia sotto il Governo Conte stava prendendo una piega pericolosa sia per la politica economica fondata su una logica statalista, sia per una eccessiva concentrazione dei poteri nelle mani del Presidente del Consiglio che comprometteva la democrazia parlamentare; sia, infine, per la scarsa credibilità nel contesto europeo. In questo quadro, difficilmente si sarebbe potuto realizzare il Recovery Plan. Una situazione che Silvio Berlusconi denunciò primo fra tutti, indicando la necessità di far cadere il Governo Conte per dare vita ad un "Governo dei migliori". L'autore ricorda questo fatto, affermando che Silvio Berlusconi “ha assunto un po’ i panni da uomo di Stato”, senza però evidenziare l'azione che egli ha sviluppato su più fronti, in Italia e in Europa, per addivenire a questo risultato, che si è potuto realizzare con la decisione di Renzi di togliere la fiducia al Governo Conte e grazie alla svolta decisiva voluta dal Presidente della Repubblica Mattarella che, con estrema fermezza, ha deciso di assegnare l'incarico a Mario Draghi in un contesto difficilissimo dove l’Italia ha, scrive Tivelli, “un’occasione unica per riprendere finalmente il cammino della crescita […] anche perché se si fallisce in questa occasione ci può essere il rischio del default del debito pubblico”.

Luigi Tivelli si sofferma, poi, sulla faticosa riformulazione del Recovery Plan operata dal nuovo esecutivo e analizza la portata e gli effetti del Governo Draghi sul sistema politico, fattori decisivi che spiegano perché l'Italia è tornata ad avere credibilità nell'Ue e rinnovato prestigio internazionale. 

(*) Luigi Tivelli“Dalla Brutte Époque al Governo Draghi. Le prospettive del Recovery Plan”, Rubbettino, 151 pagine

 

Aggiornato il 24 agosto 2021 alle ore 13:31