La politica italiana si è distinta negativamente per un episodio verificatosi domenica 11 luglio 2021, quando gli italiani sono scesi in strada per festeggiare la meritata vittoria dagli Europei di calcio contro l’Inghilterra, a Wembley. Una marea di gente, certamente non in bolla, si è riversata nelle strade di tutto il Paese, per festeggiare la vittoria dell’Italia di Roberto Mancini, tutti rigorosamente senza mascherina e senza alcuna distanza di sicurezza. Ci chiediamo dove fosse il ministro della Salute Roberto Speranza che, fino a qualche ora prima aveva raccomandato agli italiani estrema prudenza, perché il Covid-19 è ben lontano dall’essere sconfitto a causa della temibile variante Delta che resisterebbe addirittura al vaccino. Nonostante i richiami di qualche giorno prima, la prudenza è stata di colpo messa da parte per festeggiare la Nazionale di calcio e né il ministro della Salute, né la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese hanno fatto nulla per contrastare la situazione di estremo pericolo dovuta all’assembramento dei tifosi in strada durante i festeggiamenti per la vittoria agli Europei avvenuta domenica 11 luglio.
Ma il giorno dopo è accaduto qualcosa anche più grave perché è stata autorizzata una sfilata della Nazionale in pullman, con tanto di scorta composta da 14 macchine della polizia, che ha finito inevitabilmente per agevolare gli assembramenti per le strade di Roma. Infatti, le incolpevoli forze di polizia hanno ricevuto l’ordine non di disperdere gli assembramenti, ma di scortare il pullman scoperto della Nazionale in una marea di gente in delirio e in assenza di distanziamento, con l’evidente rischio di agevolare la diffusione della famigerata variante Delta ancora in circolazione e che preoccupa la comunità scientifica italiana. Inoltre, un’infelice scelta organizzativa ha condotto il corteo nell’imbuto di Via del Corso, notoriamente più stretta del Circo Massimo o dello Stadio Olimpico, dove poteva essere organizzato un saluto ai giocatori più rispettoso delle norme di distanziamento sociale. Quindi, solo la febbre da calcio, tipica italiana, poteva porre fine alla schiavitù delle mascherine e della distanza interpersonale, con tanto di scorta della polizia. A conferma, perfino il primario dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli – un virologo che si è distinto per posizioni di estremo rigore contro le riaperture dei mesi scorsi – da buon tifoso interista non ha trovato quasi nulla da ridire quando lo scorso 23 maggio i tifosi hanno festeggiato con assembramenti per le strade di Milano lo scudetto meritatamente vinto dalla formazione nerazzurra. Ma la cosa drammatica è che, con la sicura faccia di bronzo che la caratterizza, la politica non avrà alcuna remora nel chiedere nuovamente agli italiani sacrifici mediante distanziamento e mascherine appena sarà necessario.
Quindi, bar, ristoranti, palestre, discoteche e attività varie possono tranquillamente arrangiarsi, ma guai a disturbare i tifosi che festeggiano con assembramenti vietati dalla legge. Anzi meglio utilizzare le forze dell’ordine per scortare gli assembramenti, nonostante aleggi la minaccia della terribile variante Delta che, secondo il Comitato tecnico scientifico, potrebbe portare il Paese fuori della zona bianca già nel giro di due o tre settimane. Ci auguriamo che questa previsione non si realizzi, ma se dovesse accadere sia il ministro della Salute Roberto Speranza e sia la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dovrebbero solo dimettersi perché, con il loro permissivismo, ha consentito la violazione di regole imposte proprio da loro per non agevolare la diffusione del virus e costate agli italiani sacrifici durissimi nei mesi scorsi. La situazione illegale e rischiosa è stata perfino “benedetta” da qualche cronista televisivo che, lungi dal sottolineare il possibile rischio infettivo serpeggiante per le strade di Roma, ha tranquillamente dichiarato che “il Paese ha bisogno di normalità”. Peccato solo che “lo stato di normalità” sia stato dichiarato da Sky Sport, mentre, secondo i tecnici, in Italia c’è ancora il rischio variante e la situazione sanitaria è ancora fortemente a rischio anche in molti altri Paesi come Inghilterra, Giappone, Bangladesh, Brasile. Non a caso sono ancora chiuse le frontiere in quasi tutto il mondo.
Ma che la politica sia soprattutto “trasformismo” lo ho spiegato con grande chiarezza un politico degno di questo nome come Agostino De Petris che, in un suo celebre discorso del 1882, ebbe a puntualizzare: “Se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?”. Ma già molti anni prima di lui nel 360 a.C. l’immenso filosofo greco Platone aveva evidenziato il trasformismo della società greca che si poneva nei confronti del mondo come un faro di civiltà, ma che non esitò a condannare a morte senza prove il suo maestro Socrate.
Fonti di stampa del 3 luglio 2021 hanno riferito l’interessante notizia che circa tremila medici hanno presentato al Giudice Amministrativo di Genova un ricorso contro il licenziamento disposto per non aver acconsentito alla vaccinazione anti Covid. Sono rappresentanti dall’avvocato genovese Daniele Granara, secondo il quale: “Non si sa ancora con certezza se i vaccini siano sicuri o efficaci. Questo è l’unico Paese al mondo dove si sta creando un obbligo”. Difficile dargli torto, anche se il giudice si pronuncerà dopo il 14 luglio e sarà interessante capire cosa verrà deciso sulla delicata questione. In effetti, nel nostro ordinamento giuridico la vaccinazione obbligatoria è illegittima perché la giurisprudenza costituzionale ha chiarito che lo Stato non può imporre trattamenti sanitari obbligatori quando la somministrazione può mettere a rischio la vita della persona destinataria del trattamento stesso, come purtroppo è accaduto in numerosi casi dopo l’assunzione del vaccino anti Covid-19. Tuttavia, ciò potrebbe non valere per medici e personale sanitario che hanno scelto una missione di vita diversa rispetto ai comuni cittadini che è quella di perseguire la difesa della vita umana mediante il cosiddetto “giuramento di Ippocrate”, per cui l’obbligatorietà del vaccino potrebbe non essere del tutto irragionevole per le loro categorie.
Infatti, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, all’Adnkronos Salute ha replicato ai colleghi e agli operatori sanitari che hanno presentato ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale, ricordando che la Corte Costituzionale ha costantemente ribadito che non si tratta di un semplice obbligo, ma di un requisito per esercitare la professione sanitaria, aggiungendo che “nel momento in cui il requisito è questo, i professionisti devono decidere: se vogliono fare i medici devono vaccinarsi”. Comunque, in questo Paese la libertà personale deve essere oggetto di maggiore rispetto sia da parte della politica, sia da parte della magistratura e sia da parte di ogni altra istituzione. Infatti, un’altra forma di “violenza silenziosa” è stata perpetrata nei confronti dei giocatori della Nazionale italiana costretti a vaccinarsi altrimenti sarebbe saltata la convocazione agli Europei di calcio, nonostante i calciatori non rientrino tra le categorie a rischio perché molto giovani.
Anche se gli inglesi non hanno molto da insegnarci nel settore giuridico, la Costituzione anglosassone è comunque più liberale della nostra, almeno con riferimento alla tutela dei diritti dei cittadini. Infatti, la Nazionale inglese non è stata obbligata a vaccinarsi per partecipare agli Europei, mentre la Federazione italiana lo ho imposto a giocatori e staff senza discussione. La storia è maestra di vita e altamente indicativa del trasformismo della politica è la celeberrima frase profferita da Enrico di Navarra: “Parigi val bene una messa” durante la cosiddetta “guerra dei tre Enrichi” scoppiata in Francia a fine ‘500, quando il futuro Enrico IV di Borbone manifestò la sicura disponibilità ad abiurare la sua fede protestante per ottenere in cambio “solo” il regno di Francia.
Aggiornato il 14 luglio 2021 alle ore 11:58