L’arroganza dell’Ue contro Orbán

Le contraddizioni di questa Unione europea, che ha tradito in buona parte le aspirazioni dei padri fondatori, sono ormai note da tanti anni. L’Ue è un insieme di nazioni legate da diversi vincoli a cominciare da quello economico, finanziario e monetario, che è poi il più determinante. L’unione politica e militare è invece ben lungi dal rappresentare una realtà consolidata quindi non siamo ancora a quegli Stati Uniti d’Europa sognati da Altiero Spinelli. Tuttavia, e qui stanno molte delle contraddizioni dell’Europa odierna, le istituzioni comunitarie, influenzate inevitabilmente dai Paesi più potenti del continente, utilizzano i trattati e la natura stessa dell’Unione a proprio uso e consumo. Si può passare dalla invocazione della solidarietà fra tutti i membri Ue al rigore dell’Europa settentrionale che, ritenendosi “formica”, non intende fare troppi sforzi per aiutare le “cicale” del sud del Vecchio Continente.

Una inflessibilità che può essere più sovranista di Marine Le Pen e simili. Se serve, magari quando si tratta di intimorire leader e Governi nazionali sgraditi, l’Unione europea da contenitore perlopiù economico-finanziario quale è può diventare politica in un attimo, andando a sindacare su ciò che non le compete. Sta succedendo proprio questo con il Governo ungherese di Viktor Orbán. Il premier ungherese, che, giova sempre ricordarlo, si trova in sella da molti anni grazie ad elezioni democratiche e non ad un Putsch militare, ha il coraggio di non recepire come oro colato tutto ciò che giunge da Bruxelles e per questa ragione è inviso all’establishment continentale.

Lo si dipinge come un fascistoide anche se fino a ieri apparteneva al Partito popolare europeo e si prende a pretesto una legge interna all’Ungheria, agitando l’omofobia e le discriminazioni anti-Lgbt. L’arroganza Ue prosegue con la minaccia della procedura d’infrazione e persino, questo è piuttosto scandaloso, del blocco dei fondi del Recovery destinati a Budapest. Al di là ancora del merito della legge voluta da Orbán, ossia più o meno omofoba, la Commissione Ue, al netto della palese volontà persecutoria ai danni del Governo ungherese, non ha alcun titolo per intervenire su queste tematiche di politica interna. Gli stati che compongono gli Usa e che, a differenza di quelli europei, formano una nazione vera e propria, hanno leggi molto diverse fra di loro, anche su questioni decisive, e a Washington nessuno si scandalizza. Ursula von der Leyen, la quale non è nemmeno a capo di un’entità nazionale e sovrana, cerchi pertanto di contenersi.

Aggiornato il 09 luglio 2021 alle ore 12:14