
Mario Draghi e Marta Cartabia imprimono un’accelerazione sulla riforma della giustizia. Il premier e la ministra vogliono arrivare al più presto a un taglio dei tempi dei processi per rispondere alle preoccupazioni dell’Unione europea. Il tema, naturalmente, è quello della prescrizione. Il Movimento 5stelle concede una cauta apertura al dialogo. Intanto, se non si completa l’appello entro due anni muore il processo. Sulla soluzione che la Cartabia intende portare giovedì prossimo in Consiglio dei ministri va avanti la mediazione con i pentastellati. I membri grillini delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato si sono confrontati in videoconferenza con il capo delegazione al governo Stefano Patuanelli. Il ministro delle Politiche agricole alimentari e Forestali ha cercato di mediare con Draghi e la Cartabia.
Anche se il confronto sulla giustizia non ha ancora toccato un punto di non ritorno, il rischio di un cortocircuito non è del tutto escluso. Se Giuseppe Conte dovesse diventare leader incontrastato del M5s non è esclusa del tutto la crisi di governo. Il casus belli potrebbe essere proprio la giustizia. Il meccanismo prevede che il decorso della prescrizione del reato si interrompa con la sentenza di primo grado, come previsto dal testo di Alfonso Bonafede ma poi si interviene sulle fasi processuali. A trattare per il Movimento 5 stelle è stato in una prima fase l’ex premier Conte e poi, dopo le note vicissitudini che hanno “allungato” la strada del giurista pugliese verso la guida del Movimento, direttamente l’ex Guardasigilli Bonafede. “In Parlamento – si sfoga un deputato grillino all’agenzia di stampa Agi – su questo tema siamo soli contro tutti. Non vorremmo che fossimo considerati come i sabotatori”.
L’intervento sulla giustizia è corposo, si va dall’indicazione di alcuni paletti per il ricorso in appello (una prima ipotesi, scartata per la contrarietà dei partiti, prevedeva l’impossibilità in alcuni casi per pm e avvocati di fare ricorso), alla relazione al Parlamento di criteri di massima per l’azione penale. E poi c’è un riferimento ai riti alternativi. Matteo Salvini, sentita Giulia Bongiorno, fa sapere che il complesso delle proposte “va bene ma – afferma – bisogna evitare la depenalizzazione di alcuni reati a partire dalla corruzione”. Intanto, il Pd rivendica di aver incassato, su questo come su altri punti, il via libera a sue proposte e anche Liberi e uguali con Federico Conte difende la scelta della prescrizione processuale. Ma dem e Leu vogliono mediare con i grillini, per evitare fratture con gli ex alleati.
La battaglia dei voti segreti più che uno spettro appare un’arma concreta che potrebbe essere usata nell’Aula sulla riforma, già calendarizzata il prossimo 23 luglio. A questo punto appare probabile che i pentastellati chiedano un rinvio a proposito del confronto sulla giustizia.
Aggiornato il 08 luglio 2021 alle ore 13:30