
L’accordo sul Ddl Zan non è stato raggiunto. Tra Pd, Italia Viva e Lega è scontro. La votazione in Senato, prevista martedì 13 luglio alle 16.30, ora è aperta ad ogni risultato. Un fatto è certo: non c’è più una maggioranza sul testo. Nella Conferenza dei capigruppo di oggi i rappresentanti dei partiti sono tornati a dibattere sul disegno di legge contro l’omotransfobia. Il centrodestra, in maniera unitaria, si è opposto fermamente all’approdo del testo nell’Aula di Palazzo Madama per il 13 luglio. Ma il Senato ha confermato la calendarizzazione della legge per la prossima settimana, respingendo i calendari alternativi proposti da Forza Italia e Lega che prevedevano la votazione il 20 luglio.
Frattanto, il partito di Matteo Renzi non ha voluto ostacolare la strategia leghista. Italia viva si è fatta promotrice di un “compromesso” tra tutte le forze che sostengono il governo Draghi, avanzando la proposta di Ivan Scalfarotto: via l’identità di genere, via i reati d’opinione, libertà di scelta alle scuole in merito alle iniziative contro l’omofobia da svolgere in classe.
Questa posizione aveva registrato il consenso del Carroccio e di Forza Italia. Il presidente leghista della Commissione Giustizia Andrea Ostellari aveva provato a fare sintesi, accogliendo le proposte renziane. D’altro canto, il Pd e il Movimento 5 stelle hanno respinto la mediazione di Italia viva. I giallorossi sono convinti che si debba risolvere tutto in Aula. Nel corso della settimana non sono esclusi i tentativi per una difficile intesa. Enrico Letta è certo che Matteo Salvini si stia servendo di Renzi per affossare il Ddl Zan. Ettore Licheri, capogruppo M5s a palazzo Madama, intanto respinge le illazioni di divisioni interne. Eppure sarebbero cinque i senatori grillini che potrebbero, nel segreto dell’urna, votare in modo difforme dalla linea del gruppo.
Anche nel Pd ci sarebbero cinque o sei franchi tiratori pronti a votare con il centrodestra. Ma, allo stesso tempo, quattro o cinque senatori forzisti potrebbero esprimersi in maniera favorevole sul provvedimento. Certo, con queste premesse, l’approvazione del testo al Senato appare ardua. Salvini si rivolge a Letta: “Concentriamoci solo sulle punizioni di chi abusa o aggredisce due ragazzi o due ragazze che hanno tutto il diritto di amarsi”. Per Letta, “Salvini è stato molto chiaro. Lo ha detto fin dall’inizio che non voleva questa norma. Preferisco la coerenza ai giochetti”. Nonostante tutto, il promotore del disegno di legge, il deputato dem Alessandro Zan, professa ottimismo: “I voti ci sono per approvare la legge”.
Aggiornato il 06 luglio 2021 alle ore 18:57