Conte sfida Grillo a Singolar Tenzone

Giuseppe Conte prende “a pallate” Beppe Grillo e apre ufficialmente la crisi pentastellata. L’ex premier ed ex leader in pectore del M5s, in tenuta da tennis, sfida il fondatore a Singolar Tenzone, dichiarandosi pronto a svelare il “carteggio” con il comico. Il terreno della dialettica è congeniale a Grillo eppure il professore continua a sferrare inconsueti fendenti “sotto la cintola”. Ormai è un gioco di repliche e controrepliche. Nell’ultimo video il “garante” aveva parlato in maniera quasi accorata, conscio della frattura che egli stesso aveva provocato nell’universo grillino. “Never complain, never explain” (Mai lamentarsi, mai spiegare). Il motto della Regina Elisabetta aiuta ad analizzare, con una certa dose di veridicità, lo stato politico del grillismo. Il comico si è lamentato e ha provato a spiegare. Sinonimo di evidente debolezza o ennesima apertura a Conte?

Un fatto è certo. I due non sono mai stati così lontani. L’oggetto del contendere, almeno pubblicamente, è la bozza di statuto del nuovo M5s che il professore ha elaborato e che il comico ha bocciato. Con tutta evidenza, quella in atto è una contesa per la leadership presente e futura. Una guerra di potere. Frattanto, sullo sfondo è iniziata la conta tra i parlamentari. Pare che i senatori grillini vogliano seguire, quasi in blocco, il professore. Mentre i deputati pare siano più confusi. Le strade possibili per Conte sono due: sottrarre a Grillo il M5S, appellandosi a un articolo dello statuto che prevede la sfiducia del garante, o fondare un nuovo partito che metta nella stessa casa Roberto Fico e Bruno Tabacci.

Conte aveva dichiarato in conferenza stampa che “non sentirete mai una parola contro il fondatore del M5S”. Ora attacca a testa bassa: “Ci sono rimasto male – ha detto a Lapresse – non tanto e non solo per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione non solo per me, ma per un’intera comunità che io ho conosciuto bene e ho apprezzato, di ragazze, ragazzi persone adulte, che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro”. La scissione, espressione evocata e temuta, è andata in scena ieri sera nell’infuocata assemblea di deputati e senatori. Ma anche nella crisi grillina esiste una “terza via”. È rappresentata plasticamente dalla posizione fino a ieri “pilatesca” di Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri non si sbilancia e non dichiara. Ma se i fatti contano più delle parole, ha un significato dirompente la notizia di oggi. Di Maio, infatti, ha raggiunto questa mattina l’abitazione di Conte. L’ex capo politico grillino ha lasciato l’abitazione romana del professore dopo oltre un’ora di colloquio.

Di Maio manda in avanscoperta il fedele Giancarlo Cancelleri. “Non voglio polemizzare con Grillo – afferma il sottosegretario siciliano alle Infrastrutture – ma il tema è che se non siamo pronti a cambiare idea vuol dire che non siamo pronti a cambiare niente. E io purtroppo in un Movimento che non vuole cambiare niente non ci voglio stare”. Altri due esponenti di fede dimaiana, Vincenzo Spadafora e Sergio Battelli, sposano l’idea ortodossa indicata da Grillo. Ma due big di peso come il “gerarca minore” Vito Crimi e la sindaca di Torino Chiara Appendino tifano apertamente per Conte. Così come i due ministri Federico d’Incà e Stefano Patuanelli. Infine, pare che l’ex premier voglia pescare anche tra i cosiddetti “responsabili”. Alla Camera, guarda ai gruppi del Centro democratico di Bruno Tabacci e agli Ecologisti di FacciamoEco dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Al Senato, riemerge l’iniziativa di Riccardo Merlo del Miae Italia 23. Ma pare siano stati avviati contatti anche con Leu e Articolo Uno per portare dentro, addirittura, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso e l’ex leader Pd Pier Luigi Bersani. Con Grillo si schiererebbero anche il capogruppo alla Camera Davide Crippa e i senatori ed ex ministri grillini Danilo Toninelli, Barbara Lezzi e Nicola Morra. Dubbiosa la vicepresidente del Senato Paola Taverna.

Aggiornato il 01 luglio 2021 alle ore 15:29