Cina, Russia, Usa? Europa!

Gli Stati Uniti, con la nuova Amministrazione democratica, intendono farsi seguire dall’Unione europea contro Russia e Cina. Sappiamo che individuare un nemico rende coloro che lo dovrebbero combattere di più stretta aderenza, l’invito degli Stati Uniti contro la Cina e la Russia in parte verbale e verboso ma anche realistico e con degli effetti appesantiti gioverebbe ad unire l’Occidente, e non solo, contro nemici comuni.

La Cina sta avanzando da gigante: popolazione laboriosa, educata al sacrificio, al dovere, all’obbedienza delle autorità familiari e sociali. Ha stabilito il vincolo con le nuove tecnologie assai produttive, congiunge la disciplina di un’etica patriarcale con la scienza tecnologica moderna, impone una dottrina categorica, non ammette opposizione né critiche, stabilisce una comunione di scopi totale. E remunerando e rassicurando i capitali stranieri, in quanto il lavoro in Cina costa meno assai che in Occidente, li attrae. E attraendo i capitali si arricchisce, arricchendosi investe di suo ed esporta e guadagna, poiché i suoi costi sono competitivi.

La Cina fa profitti sia con i capitali stranieri investiti in Cina, sia quelli cinesi investiti in casa, sia con i capitali cinesi investiti nel mondo, perché sta comprando o cerca di acquistare il mondo. Una via per le sue attività economiche, la Via della Seta, un suo mondo nel mondo, è la strada della sua invasione globale: forgia città in altri Paesi, arraffa Continenti, razzia alberghi, ristoranti, impianta sue industrie, predomina nelle tecnologie, dilaga nelle merci di uso quotidiano. E falsifica, incurante che spesso le sue merci sono invalide. Perfino la pandemia le ha giovato: mascherine, respiratori, cinesi. E le darà una mano anche la transizione verde: i pannelli fotovoltaici sono in larga produzione cinesi, possiede container, sedi portuali.

Lo Stato aiuta le imprese, il lavoro nazionale e internazionale è sfruttato all’osso, si diffonde sia nell’area del Pacifico sia a Occidente. Non basta: si reca negli spazi… i Paesi europei sono avvinti dall’economia cinese. Sicché a oggi un contenimento economico contro la Cina non è attuato e non sembra attuabile. Gli Stati Uniti ci provano, vedono con sgomento la loro incapacità di tenere sotto controllo la Cina, ma non vi sono risultati efficaci. Da ciò la veemenza di fare un fronte decisivo ad Occidente e nel Pacifico contro la Cina.

La Russia è altra faccenda: eredita lo scontro del passato sugli armamenti che persiste nel presente, ma non ha la potenza espansiva come la Cina, non dispone delle merci da esportare. È sostanziosa negli equipaggi e si lega ai Paesi come l’Iran, la Siria, la Turchia che baruffano contro gli Stati Uniti e cercano sostegno, il che ha consentito alla Russia di penetrare nel Mediterraneo, sogno antico.

Gli Stati Uniti si trovano in difficoltà sia nell’area del Pacifico, dove cercano di “isolare” la Cina (!) con il Giappone, Australia, Corea del Sud sia nel Mediterraneo, in tal caso contro la Russia. Inoltre, il punto orientale dell’Occidente, l’Ucraina, è diventato spasmodico, dopo il cambiamento del Governo fattosi amico dell’Occidente. La Russia teme l’immissione dell’Ucraina nella Nato o nell’Unione europea, e sostiene i secessionisti della Repubblica di Donetsk, ne sorge un conflitto poco noto ma crudelissimo, con accresciuta vastità e recriminazione.

Indiscutibilmente, gli Stati Uniti cercano di destabilizzare la Russia nazionalista dell’attuale presidenza, il loro scopo è penetrare nelle risorse di quel Paese, immani e non ben attivate. La Russia ha materie prime non da altri possedute ma non le attiva, ripeto, come farebbe un energico capitalista statunitense. Ovviamente, i russi non intendono ricadere nel periodo del crollo dell’Unione Sovietica, quando taluni dirigenti del tempo credevano di diventare moderni e capitalisti svendendo ai capitalisti. La presidenza dell’attuale premier originò dal nazionalismo russo per arginare la svendita. Che questo nazionalismo comporta limiti di sviluppo è altra questione.

Gli Stati Uniti cercano di trarre l’Unione europea e i Paesi del Pacifico all’antagonismo con la Cina e la Russia. L’Ue vuole continuare a collaborare (commerciare) con la Cina e manifesta renitenze critiche contro la Russia. Cambia qualcosa dopo l’incontro dei presidenti degli Stati Uniti e della Federazione Russa?

Vi è una contraddizione nella politica dell’Unione europea, se risponde al vero che la Cina ha scopi di dominio mondiale attraverso il potere economico e nel tempo militare. “Collaborare” con la Cina è suicida, noi arricchiamo chi ci vuole dominare e il modo in cui la Cina tratta gli oppositori è così visibilmente oppressivo che sperare un ravvedimento non è sognabile: la dipendenza economica può condurre a sacrifici di libertà! Questo va detto.

Noi commerciamo con uno Stato che vuole dominare in modo totalitario. Questa la verità. A noi la scelta. In quanto alla Russia, non è un Paese totalitario, bisogna non aver conosciuto il Paese al tempo dell’Unione Sovietica per ritenere che quello presente ne sia continuazione. Tra autoritarismo, presidenzialismo, sovranismo e totalitarismo vi è una spada che li separa. Conosco bene la Federazione Russa, ho scritto un libro in cui riferisco dialoghi con ambasciatori russi (Lavoratore imprenditore, 1999), la più gran parte dei russi è nettamente europea quando pure ritengono l’Occidente corrotto, satanico. Sono i vecchi ortodossi che fomentano questa opinione.

E allora? Possiamo tentare l’azzardo di riavvicinarci alla civiltà russa, strabiliante, permeata di spiritualità, colta? Certo, è incredibile “collaborare” con il totalitarismo cinese e fare i repulsivi con la Russia. Di sicuro la Russia è troppo grande per essere contenuta dall’Europa, non sufficientemente ampia per diventare potenza planetaria. Si potrebbero avere relazioni maggiori e di vicendevole vantaggio? Credere di averli con la Cina mi sembra assai più rischioso. Ma è il rischio che stiamo correndo.

Noi aiutiamo il viaggio della Cina verso il dominio mondiale e credere che alla fine gli Stati Uniti fermeranno tale dominio militarmente, perché questa è la sostanza, è la peggiore follia di un percorso sconsiderato. Detto ciò che è scritto, l’Unione europea dovrebbe farsi massimamente europea: Nazione europea degli Stati europei.

Aggiornato il 21 giugno 2021 alle ore 13:14