
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dunque firmato il decreto sul rilascio delle certificazioni verdi digitali Covid-19. Il Green pass – valido dal primo luglio in tutta l'Unione europea – faciliterà l’organizzazione e partecipazione ad eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (Rsa) e gli spostamenti su tutto il territorio nazionale grazie anche alla piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione europea.
Il certificato viene presentato da media e politici come il principale strumento in grado di recare beneficio anche al turismo italiano ed europeo, vista la perdita estremamente dannosa nel 2020 che ha registrato un calo di 27 miliardi di entrate con una riduzione del 60,9 per cento.
Il Green pass, secondo le indagini della Banca d’Italia, molto probabilmente agevolerà flussi turistici dagli Stati Uniti, oltre a quelli europei. Il documento che consente la libera circolazione potrà esser ottenuto sia in via telematica che tramite il proprio medico di base o in farmacia, utilizzando la propria tessera sanitaria. A ogni cittadino che ha richiesto questa certificazione arriverà una notifica con un codice per scaricarla su pc, tablet o smartphone (tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno saranno rese disponibili entro il 28 giugno). Due giorni in media è l’attesa prevista per il lasciapassare poiché i dati delle somministrazioni vengono trasmessi quotidianamente ma, fanno sapere da Palazzo Chigi “nel caso in cui si trattasse di prima o unica dose, l’emissione avverrà dopo 15 giorni”.
È ormai noto, sebbene silenziato da molti organi di stampa, il dibattito sulla costituzionalità del Green pass. Ma è un ulteriore aspetto a riaccendere i dubbi su questa misura. Il ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, ha infatti dichiarato che il certificato verde potrà essere scaricato direttamente all’interno dell’app “Immuni”, che non pochi dubbi e perplessità ha sollevato specialmente dal punto di vista della privacy: l’applicazione era stata progettata per far sì che potesse essere garantito il tracciamento anonimo.
Ma la domanda è: il Qr code che fornisce i dati sullo stato di salute del cittadino è abbastanza sicuro? O meglio: come è possibile conciliare l’esigenza della privacy con i dati che il Qr code deve contenere? Perplessità sollevate anche dal deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, convinto che mettere un certificato nominativo all’interno di un’applicazione che è stata progettata per essere totalmente anonima è un rischio enorme per i dati dei cittadini.
Alcune fonti del Dipartimento per la Trasformazione digitale hanno intanto spiegato l’assenza di rischi per la privacy dei cittadini, perché il certificato non arriverà con una notifica ma sarà fornita una password usa e getta (Otp) che permetterà di scaricarlo. Con tale procedura la privacy dovrebbe esser tutelata, in quanto le informazioni del cittadino non lasceranno il dispositivo mobile e non saranno messe in relazione con le informazioni di contact tracing grazie al flusso unidirezionale. La privacy dei cittadini, dunque, è davvero tutelata?
Aggiornato il 18 giugno 2021 alle ore 20:44