Ospiti di “Buona parola a tutti” sono Alberto Torregiani e Potito Perruggini. Entrambi hanno perso un parente durante la stagione eversiva: Torregiani il padre Pierluigi, e Perruggini lo zio Giuseppe Ciotta (fratello della madre). I casi Torregiani e Ciotta recano la stessa matrice (Prima Linea e Proletari Armati per il Comunismo - Pac). La domanda che pongono i due ospiti è come si possa giungere a verità condivisa senza che vengano rivelati i segreti di Stato. Sia Perruggini che Torregiani rammentano la strana fuga di Cesare Battisti (leader sia di Prima Linea che dei Pac) dal carcere di Frosinone insieme a due membri del clan dei marsigliesi. Perché Battisti era in cella con i marsigliesi? Ed i Servizi segreti francesi perché aiutarono Battisti a fuggire insieme ai marsigliesi? Fu forse un favore dei francesi all’intelligence italiana? E perché venne garantito a Battisti un esilio dorato? Domande a cui Battisti, oggi detenuto in Italia, non risponde. Certamente Battisti diede ordine a Giuseppe Memeo, Sebastiano Masala e Gabriele Grimaldi di uccidere il gioielliere Pierluigi Torregiani. Al pari di Marco Donat Cattin che commissionava ad Enrico Galmozzi l’omicidio del brigadiere Giuseppe Ciotta. Emergono i legami tra criminalità e Servizi segreti, una strategia della tensione trasversale. La complicità tra intelligence italiana e francese va ben oltre la dottrina Mitterand. I francesi chiedevano al Brasile la non estradizione di Battisti in Italia, e questo avveniva per probabili intromissioni dei vertici di una importante industria automobilistica italiana.
Aggiornato il 27 maggio 2021 alle ore 15:02