Amara Italia mia: plutocrazia per logge

All’uomo di strada, ignaro degli accordi di potere internazionali, poco interessa della spartizione globale decisa tra la “Superloggia Maat” (in cui c’è Joe Biden) ed i poteri finanziari globali (BlackRock, Gates Foundation, Jp Morgan Chase). All’uomo di strada interessa sapere come e quando questi poteri potrebbero impoverirlo, spogliarlo d’ogni bene, arrestarlo, rovinarlo sino ad uno stato d’irreversibile povertà. L’intero Occidente (oggi anche gran parte dell’Oriente) è amministrato da conciliaboli di potere locale, a loro volta agli ordini di Superlogge nazionali: queste ultime risponderebbero (ed obbedirebbero) ai padroni della spartizione globale.

Emerge dagli ultimi fatti di cronaca quanto l’Italia sia perfettamente nel ruolo occidentale. Infatti, c’è anche nello Stivale un Parlamento alle dipendenze dei superpoteri, soprattutto ostile al popolo che lo ha eletto. Però di questa gestione del potere il popolo ne ha forte sospetto: la vicenda della Loggia Ungheria potrebbe rivelarsi come prima prova provata dell’esistenza del sistema. La gente reagisce di pancia, dichiarando la propria profonda sfiducia sia nelle istituzioni giudiziarie che politiche. Del resto, la prescrizione ai vertici di Ferrovie per la strage di Viareggio (32 vittime) ha lascito supporre ai familiari delle vittime che quel processo potrebbe essere stato rallentato. Anche le modalità con cui le famiglie delle vittime del Morandi sarebbero state avvicinate dai legali di Autostrade, e per chiudere la vicenda con un risarcimento, avrebbero il sapore di superpotere.

Per la tragedia del Ponte Morandi solo due famiglie delle quarantatré vittime hanno rifiutato il risarcimento di Autostrade: sono stati distribuiti dal gestore circa sessanta milioni di euro. Su 205 familiari delle vittime precipitate dal viadotto, il 95 per cento ha accettato il risarcimento proposto da Aspi (Autostrade per l’Italia): in questo modo, come stabilisce il codice di procedura, non potranno costituirsi parte civile nel processo. Ovviamente, le somme risarcitorie sono state profondamente ridimensionale in base a grado di parentela, età e patologie delle vittime. Hanno pubblicamente rifiutato il risarcimento solo Egle Possetti e Roberto Battiloro. Egle Possetti ha detto che “lo Stato non dovrebbe lasciare i familiari delle vittime in balia delle pressioni risarcitorie, lo Stato dovrebbe coprire i costi della costituzione di parte civile e perché i familiari possano prendere parte attiva al processo”.

Ma alle vittime di crolli e roghi s’aggiungono le famiglie rovinate dall’espropriazione per pubblica utilità: un istituto giuridico che consente allo Stato (ed anche a potenti privati del “partenariato pubblico privato”) di acquisire per sé o per altro soggetto una proprietà privata, giustificando l’operazione come “esigenza di pubblico interesse”: ma sarebbero più di ventimila i cittadini mai indennizzati dopo essere stati colpiti da espropri per pedemontane, strade, autostrade, ponti, Tav, Tap ed imprecisati (forse segreti) motivi di Stato. Poi ci sono i cittadini che hanno visto sfumare i loro beni perché facevano gola ad immobiliaristi come a società collegate a giochi di potere: inizia tutto con cartelle esattoriali a raffica, poi s’avvicinavano studi legali e società di recupero credito… alla fine il bene finisce all’incanto, ma qualche anno dopo emerge che c’era stato un errore, che quel cittadino non aveva alcun debito.

Emblematico il caso della famiglia Frontoni di Civitanova Marche: Gabriele Frontoni ha visto espropriare un terreno alla propria famiglia, e da anni cerca d’essere indennizzata; nell’intrigo il Comune di Civitanova avrebbe favorito l’esproprio per favorire poteri collegati a Banca Marche, poteri che poi avrebbero confezionato un fallimento da venti milioni di euro. La gente s’interroga su cosa o chi stia divorando la vita tranquilla della brava gente, mietendo lavoro, risparmi, case e terreni. La cronaca ci regala oggi la vicenda della Loggia Ungheria, che sotto molti aspetti spiega all’uomo di strada come e perché possa riunirsi il potere per decidere le vite dei cittadini, le carriere dei designati ma anche le sorti degli oppositori ai vari disegni.

La vicenda della Loggia Ungheria è di fatto un regolamento di conti all’interno del potere giudiziario. Però avvalora che il potere politico sia emanazione servile delle logge: queste ultime amministrerebbero ogni settore del Paese, eseguendo le direttive della Superloggia che gestisce l’Italia e risponde direttamente ai poteri internazionali.

Non è complottismo e veniamo alla spiegazione. Ci sarebbe poi una loggia massonica bancaria, le cui malefatte in danno dell’economia italiana sarebbero state coperte con acquisizioni d’istituti di credito da parte di altre società (caso Monte dei Paschi, caso Banca Carige).

Poi una loggia che gestirebbe i lavori pubblici, amministrando i rapporti tra imprese e committenza in nome del “partenariato pubblico privato”. Non meno importante la loggia accademica, che in nome della regola dell’alta baronia deciderebbe chi debba vivere di ricerca ed università e chi no: questa loggia oggi gestirebbe la politica sanitaria attraverso i virologi, che sarebbero portavoce della loggia accademica. Poi la loggia della sicurezza che, influenzata da quelle bancarie, industriali e giudiziarie, deciderebbe quali cittadini dovrebbero essere attenzionati da Digos e 007: di questa loggia fanno parte vertici di esercito e polizie.

Quindi c’è la loggia confindustriale: pervasa dagli imprenditori con le mani nel “partenariato pubblico privato”, ovvero quelli a cui lo Stato ha concesso strade, autostrade, porti, aeroporti, gestione di patrimoni immobiliari di ex enti pubblici, farmaceutica, aiuti alla ricerca, gestione della sicurezza e del recupero crediti. Non abbiamo dimenticato la loggia tributaria: divide i cittadini in buoni e cattivi, ai primi non invia mai per tempo le cartelle esattoriali, ai secondi toccano ingiunzioni velocissime, pignoramenti e vendita all’incanto dei beni. La loggia tributaria è ovviamente interconnessa alle altre. Quindi quella giudiziaria, di cui si parla in questi giorni (evitiamo nomi per non finire querelati), è una struttura che decide carriere importanti, ma anche chi debba finire rovinato nei tribunali, conoscendo galera e perdita di ogni bene. A questa struttura sarebbero collegate le sottostrutture che amministrano aste e vendite fallimentari. Ma solo la loggia dei magistrati tratterebbe quasi alla pari con la “Superloggia italiana”, ovvero con quella che risponde ai poteri internazionali.

Se questa suddivisione fosse supportata da altri fatti o vicende, emergerebbe che in Italia (come nel mondo) la plutocrazia è lentamente subentrata alle democrazie, e che all’uomo comune toccherebbe prima o poi la morte civile.

Aggiornato il 06 maggio 2021 alle ore 11:51