
L’Aula del Senato ha respinto a grande maggioranza le tre mozioni di sfiducia presentate contro il ministro della Salute, Roberto Speranza. Quella più in vista, avanzata da Fratelli d’Italia, ma anche le altre due, sottoscritte rispettivamente dal senatore Gianluigi Paragone e dal collega Mattia Crucioli, anch’egli appartenente al Gruppo Misto, a nome di “L’alternativa c'è”. Un simile epilogo era del tutto immaginabile, perché la quasi totalità delle forze parlamentari, tranne appunto il partito di Giorgia Meloni e pochi battitori liberi, sostiene il Governo di cui Speranza fa parte. E nessuna di queste, nemmeno la Lega, avrebbe potuto sfiduciare un ministro in carica senza provocare una seria crisi dell’Esecutivo.
Senza entrare ora nel merito delle ragioni, o dei torti, sia di Matteo Salvini, che prova a cambiare qualcosa dall’interno del Governo Draghi, che di Giorgia Meloni, la quale, dalla opposizione, esprime senz’altro delle istanze molto sentite nell’Italia reale, registriamo la ennesima autodifesa sgradevole da parte di Speranza. Quest’uomo, con una faccia tosta considerevole, ha sorvolato di nuovo, difendendosi a Palazzo Madama, sulle tante accuse politiche che piovono su di lui da molti mesi.
Continua a dire poco o nulla sulle tante omissioni scelte ad inizio pandemia, sul rifiuto ideologico delle cure domiciliari, che forse avrebbero salvato qualche vita in più, sul piano pandemico e sui ritardi della campagna vaccinale. Si limita a stigmatizzare chi, secondo lui, farebbe politica e fomenterebbe odio sulla pandemia. Sì, fa la morale proprio il ministro più ideologico di questo Governo che, scientemente e consapevolmente, ha sempre preferito, prima con Giuseppe Conte ed ora con Mario Draghi, combattere il virus attraverso soluzioni ispirate perlopiù alla propria visione politica. E fa fatica ad allontanarsi da esse anche quando le ragioni scientifiche vengono meno, e i danni diventano maggiori dei benefici. Anche nel momento in cui una parte d’Italia muore di fame e viene volutamente ignorata, alla faccia della concordia nazionale e dell’odio.
Aggiornato il 30 aprile 2021 alle ore 10:27