
Altro che fine del tunnel, qui da quel che si vede e si sente ci pare ovvio il fine emergenza mai o quasi. Alla faccia del cambio di passo verso il futuro che speravamo e – seppure sempre meno – speriamo ancora con il Governo di Mario Draghi.
Tra le varianti di tutti i tipi che arrivano – statene certi arriveranno dai posti più impensati – il ritmo delle nuove ondate, che lo sviluppo in serie delle onde di Jean Baptiste Joseph Fourier gli scuce un baffo, il caos sulla produzione, fornitura e somministrazione dei vaccini, assieme alla convinzione che non basteranno ad immunizzare per sempre e serviranno chissà quanti richiami, siamo all’eternità del Covid e dell’emergenza. Anziché sentir parlare della soluzione definitiva del problema Covid, della vittoria sulla pandemia in dirittura d’arrivo, di traguardo prossimo dell’uscita dall’emergenza sanitaria, non si fa altro che terrorizzare i cittadini con le mutazioni più aggressive, coi limiti dei vaccini, coi tempi biblici di risoluzione, con i rischi di un Covid immortale. Alla faccia della serenità e della fiducia da restituire alla gente. Verrebbe da dire che gli ideatori del piano Gran reset, ammesso che lo sia, l’abbiano studiata bene la storia del virus manipolato e fuggito da Wuhan per costringere il mondo a sottomettersi e cambiare. Perché più andiamo avanti e più il colore della faccenda, piuttosto che quello delle regioni, si tinge “rosso thriller” alla Dario Argento.
Ad ascoltare i tecnici, i commissari, gli esperti, tranne pochi e piuttosto emarginati, è un coro pessimista di chiusura, aumento della virulenza, mutazioni più aggressive, limiti delle vaccinazioni. Un bollettino quotidiano di paura, contagi, morti e feriti a oltranza, come a dire: non ce ne libereremo mai. Incredibile ma vero, perché si inizia a convincere la gente all’abitudine perenne della mascherina, del distanziamento, all’abitudine perenne nel saluto coi gomiti al posto dell’abbraccio, all’abitudine perenne nel contingentamento degli inviti, allo smart working definitivo, agli acquisti on-line e via dicendo. Addirittura, all’abitudine sui diversi orari consuetudinari perché col coprifuoco tutto si restringe in tempo e spazio, perfino dentro casa. Piaccia o no, vogliono cambiarci il cervello, portarci piano piano ad essere altro, abituarci per via della paura da virus a essere più soli, distanti, docili e rinchiusi. Una sorta di teoria dell’uomo nuovo di Mao, una primavera comunista, anzi, pluto comunista cinese.
Del resto, non si spiegherebbe il perché sia tutto così negativo, privo di orizzonti, di speranza di tornare alla vita di sempre. Ci dicono a martello che nulla sarà più come prima. Per riuscirci, hanno messo in campo il virus immortale da una parte e la crisi economica epocale dall’altra. Due catastrofi dalle quali sembra non solo difficile uscire, ma in tempi semmai indefinibili. In Italia, poi, non ne parliamo. Parliamoci chiaro: il Recovery sarà spalmato in più anni e alla fine andrà sicuramente ben oltre il 2026, il piano vaccinale è già largamente ritardatario e deficitario e quando prenderà il passo sarà sorpassato da qualche variante che ne richiederà uno diverso. Così i saranno mutazioni in arrivo da Marte, magari portate dalla rover Perseverance atterrato su quel pianeta, e avanti così. Fantascienza? Illazioni? Può darsi, staremo a vedere.
Nel mentre, Draghi è partito in continuità col precedente. Le proposte sono quelle di Giuseppe Conte: rinvii, prolungamenti, conferme di provvedimenti, sulle cartelle. Per esempio, si insiste nell’ipotesi economicamente e socialmente demenziale di spalmarle in due anni: 27 milioni di cartelle l’anno. Ci prendono davvero per cretini, oltre che per limoni da spremere. Si direbbe “cercano rogna”, perché è ovvio che serva una soluzione definitiva di pace fiscale per evitare la rovina e la rivolta civile. Lo stesso sui ristori: per avere senso non solo devono essere immediati, ma dell’ottanta per cento almeno, come succede ovunque nel mondo civile. Idem sulle riaperture, perché non si possono tenere chiusi ad oltranza tutti solo perché lo dicono Roberto Speranza e i suoi vicini, che poi creano il caos sui vaccini. Non ha alcun senso, se non l’effetto suggestione impedire ai bar e ristoranti di restare aperti fino alle 22. come non ha senso per palestre, cinema, teatri, e così via. qui veramente vogliono portarci alla follia, perché alla fine saremo pure diversi da prima e tutti ma saremo pure diventati matti.
Qui non si tratta di far il bastian contrario, si tratta di buon senso rispetto alle alternative, perché c’è sempre un’alternativa alla chiusura totale e alla gente sepolta viva. inutile voler obbligare a capire una logica politica demenziale. Possiamo subire e rispettare, ma certo mai condividere quello che sentiamo e vediamo. Non condividiamo Domenico Arcuri commissario, un Comitato tecnico scientifico che terrorizza e basta, Speranza che spadroneggia alla guida di una sanità che sulle mascherine, tamponi, ventilatori e soprattutto vaccini ha fatto flop. Non condividiamo gli stop and go senza senso su tutto, non condividiamo la linea su ristori, cassa integrazione, cartelle. Non condividiamo lo stop sulla legge Bonafede, la conferma dello smart working di Stato, del blocco degli sfratti e dei licenziamenti, del reddito e quota 100, della spesa e dello spreco assistenziale e clientelare cattocomunista. Non ci piace la politica economica di sinistra che ha portato alla rovina del Paese. Speravamo che su tutto questo Draghi dicesse “Big Ben ha detto basta”. E invece ancora niente, vedremo avanti.
Vedremo, soprattutto, il senso che Lega e Forza Italia avranno nel Governo. Perché se non ci sarà la pace fiscale tombale, la fine del reddito, la soluzione di Alitalia, ex Ilva e dei 160 tavoli di crisi, la sostituzione di Arcuri, e di altri del Cts, lo stop degli sbarchi clandestini, la riapertura rapida delle attività e ristori adeguati, la fine del blocco di sfratti e licenziamenti e così via, sarebbe una presenza risibile e da ipocrisia. Stretta la foglia larga la via, dite la vostra che ho scritto la mia. Viva l’Italia, la libertà, la democrazia, il pensiero pluralista e liberal. Abbasso il fascismo e il comunismo, sempre e per sempre.
Aggiornato il 26 febbraio 2021 alle ore 09:53