Coerenza, dove sei finita?

Sono andato a cercare sul dizionario Treccani il significato della parola “coerenza”. La parola viene dal latino cohaerentia, che rimanda all’essere coerente, quindi descrive la qualità di chi è coerente. Che cosa vuol dire allora coerente? Sempre il dizionario Treccani definisce la parola coerente così. Cioè “è coerente ciò che è bene unito insieme, un essere strettamente unito” e anche “che non è in contraddizione, ad esempio una persona che è fedele ai suoi principi o che agisce in modo conforme al proprio pensiero”. Essere coerenti dovrebbe essere la normalità dell’essere uomini. Se l’incoerenza regnasse tra noi umani, sarebbe un mondo orribile e violento, la società si basa sulla coerenza. Perché, mancando questa, non potrebbe esistere la fiducia reciproca. Si sarebbe solo il sospetto e la paura e la vita sarebbe drammatica. Vai al mattino dal tuo amico per chiederli un piacere, ad esempio “Piero, ho bisogno di una mano, devo pagare una cambiale, sennò mi sequestrano tutto. Mi presteresti 100 euro?”. E Piero ti dice di passare più tardi, che ti prepara i soldi e che ci mancherebbe, tra amici questo è il minimo. Passi poco più tardi e Piero puntualizza: “Scusa, ma l’amicizia è gratuita, quindi se è gratuita non ti posso prestare i soldi, amico mio”. In un “atto di disperazione”, qualcuno potrebbe prendere un coltello e piantarlo nel petto. Ecco, questa sarebbe la vita, nel regno dell’incoerenza!

Allora l’incoerenza non dovrebbe esistere o perlomeno dovrebbe essere condannabile come un reato, un attentato allo Stato di legalità. E invece apri la televisione ed abbiamo ogni sera la sfilata degli incoerenti, una bella fetta dei nostri politici, sia a destra che a sinistra. Fino a ieri c’era un avvocato di provincia, un certo Giuseppe Conte, giunto per puro caso a capo del Governo per via di amicizie con il Movimento 5 Stelle. Amico di un Movimento di incoerenti, non poteva certo essere da meno. E nella sua incoerenza è riuscito a fare, prima, un Governo di destra populista e poi a farne un secondo, di sinistra europeista. Con una fetta del popolo pecorone a osannarlo come il salvatore della Patria, anche grazie ad una stampa compiacente e “prezzolata”. Alla fine, è bastato un politico di più spessore che ha mostrato la nudità del re, per farlo cadere in disgrazia. Dapprima, i suoi pretoriani si sono fatti attorno alla sua persona a gridare “o Conte o morte”, un bell’esempio di coerenza, finalmente. Ma è bastata una parolina sola, spifferata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sciogliere la coerenza, come neve al sole, “elezioni anticipate”.

Ora abbiamo Mario Draghi a formare il nuovo esecutivo di salvezza nazionale. E qui il Movimento 5 Stelle, con in testa il pifferaio magico, Beppe Grillo, sono riusciti a darci lo spettacolo massimo dell’incoerenza. Fino a qualche giorno fa Draghi era il “diavolo”, il “male assoluto”, oggi Draghi è uno di loro, un “grillino”. Uno spettacolo talmente indegno che mi domando: chi ancora, fino a ieri, era disponibile a perdonare tutte le malefatte di questo gruppo di parvenu della politica, come potrà digerire questo ulteriore atto di sfregio delle idee del Movimento? L’Italia è davvero un Paese fantastico, nel mondo quotidiano di noi mortali, l’incoerenza è punita con l’isolamento sociale che scaturisce dalla mancanza di fiducia, che questa genera di conseguenza. Nel mondo politico, l’incoerenza è venduta come un segno di intelligenza e di apertura mentale, un’arte sopraffina di tradimenti e cambi di fronte. Un giorno sei elevato agli altari, il giorno dopo non sei più nessuno e relegato al silenzio. Questo è stato lo spettacolo di questi due anni e mezzo, offerto da un Movimento di persone che si sono fatti votare per portare gli interessi dei cittadini. E alla fine si sono fatti i propri interessi personali, dimenticandosi completamente della sacralità della coerenza.

Mi auguro che la coerenza, il saper mantenere le promesse fino in fondo, l’essere un tutt’uno con le proprie idee ed i propri valori, possano essere un segno di riconoscimento di chi fa l’interesse della nazione. Il Partito Liberale italiano, da sempre, ha mantenuto viva la fiamma di questa coerenza, rinunciando ad essere presente all’interno del Parlamento, quando non è stato possibile mantenere le proprie idee. Ora è giunto il momento di far tornare a garrire in alto la bandiera dell’idea liberale e dell’essere coerenti, sull’esempio fulgido di Luigi Einaudi e Benedetto Croce, per il bene della nostra Patria.

Aggiornato il 12 febbraio 2021 alle ore 09:47