Mattarella-Draghi: “abolito” il voto elettorale degli italiani

Ci hanno “fregato” il voto. Eppure la Costituzione è chiara. Sergio Mattarella, anche con Mario Draghi, ne ha fatta “carta straccia”, sia a livello formale sia a livello sostanziale, facendola stessa cosa di Giorgio Napolitano. L’unica differenza è che l’ha fatto con Draghi, che è meglio di Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Tutto qui. Ci si chiede, oggi, con Draghi – mai eletto da nessuno degli italiani allo stesso modo di Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte – riusciremo a scrollarci di dosso il socialismo reale in cui eravamo e siamo piombati? Riuscirà a rivedere la luce il capitalismo e la produttività? Draghi, finora, dalla Banca centrale europea (Bce) – non eletta da nessun cittadino europeo, neppure quella – ha inondato l’Europa (franco-tedesca) di liquidità, per cercare di mantenere a bada l’inflazione. Ma oltre l’aspetto non indifferente della mancanza di legittimazione della Banca, si è sicuri dell’efficacia, sul breve come sul lungo periodo, di una politica siffatta? Non sarà, al contrario, che pompando e “drogando” il mercato europeo e l’Europa franco-tedesca, si trucchi il mercato stesso rovinandolo? Quando camminerà? Sarà mai in grado di camminare autonomamente, come si deve? E, questo, è solo uno degli interrogativi pesanti che inseguono e perseguitano – a ragione – Mario Draghi.

Bisogna poi chiarire alcune cose importanti. Cosa significa quando si dice che la Costituzione stabilisce che il presidente del Consiglio ed i suoi ministri sono eletti dagli italiani? È importante capirlo, perché è in stretta connessione con il discorso – e problema – di prima, riguardo a Draghi e la politica della Bce. I presidenti del Consiglio devono essere – e provenire – da soggetti eletti dal popolo italiano, nel senso che devono essere già alla Camera o al Senato prima di essere designati dal capo dello Stato pro tempore (oggi Mattarella). Questo dice la Costituzione. Non come sembra aver capito chi non ha letto la Costituzione, non comprendendone la ratio fondante e fondamentale, cioè che il popolo italiano elegge direttamente il presidente del Consiglio. “Eletti” deve essere inteso nel senso che deve trattarsi di soggetti già eletti, non nuovi o estranei a Camera e Senato. Solo in questo modo si sa a chi rispondono il presidente del Consiglio e i ministri, i quali sono così “legati” e connessi al popolo italiano. Il presidente del Consiglio, cioè, non è deciso dal capo dello Stato. Esattamente come è oggi Mario Draghi, mai eletto da nessuno degli italiani come Conte. Ecco perché, oggi, si sta violando ancora una volta la Costituzione e le nostre regole. A chi risponde Draghi? A chi di noi – cittadini e popolo italiano – risponde Draghi? A chi i suoi ministri, dove lui stesso non è stato mai eletto da nessuno di noi? L’emergenza richiamata da Mattarella avrebbe imposto una decisione di voto per tempo (con Draghi da votare). Al contrario, è stata ignorata o meglio evitata e ostacolata proprio per impedire agli italiani di esprimersi e manifestarla. E la Costituzione? Le regole?

Altro aspetto importante e necessario da risolvere: riformare e rivoluzionare la magistratura, che assalta il potere politico sostituendosi al popolo italiano, alla politica. Quindi abolire il Csm (Consiglio superiore della magistratura), convertire i giudici in mediatori, conciliatori, pacificatori, arbitri, per assorbire tutto il primo grado di giudizio civile e amministrativo (il penale a parte, altra riforma). Tutto il primo grado si fa a spese dei litiganti, a basso costo. I giudici guadagnano sul numero delle cause. Poi passano al secondo grado, all’appello, solo pochissime cause e lì si trovano i giudici ordinari, massimo mille in tutta Italia, stipendiati pubblicamente. Nessun privilegio e molto lavoro: mattina, pomeriggio e notte. Bisogna lavorare come in un’attività privata, rispondendo di quello che si fa (vietata ogni associazione tra giudici ordinari pubblici. Se si fa qualcosa di diverso da giudice, si abbandona la toga stipendiata pubblicamente). In Cassazione arrivano poche cause a carissimo prezzo. I giudici di Cassazione sono nei tribunali – non in Cassazione – e sono massimo duecento in tutta Italia. Devono avere un’esperienza di almeno trenta anni di giudice ordinario. La nomina avviene per merito: fine della riforma della giustizia, che torna nei suoi ambiti e, con la regolamentazione e disciplina della nuova categoria della responsabilità politica, ci libererà dall’incubo dei giudici politici. Il rispetto delle nostre regole comuni – della Costituzione – non è derogabile perché, in mancanza, non vige più alcuna regola. E se salta, viene messa in discussione sia la pace che la nostra comune convivenza collettiva civile. Regole uguale pace. Chi sovverte le regole, sta chiamando guerra e instabilità politica, economica e sociale.

Aggiornato il 08 febbraio 2021 alle ore 15:11