Alla mercé della sinistra

Parliamoci chiaro, tutto quello che succede è possibile per tre ragioni. La prima perché, posto il divieto di votare da parte della Unione europea, la pazienza del Colle è obbligatoria. La seconda perché al Governo ci sono comunisti, cattocomunisti e grillini, che di sinistra sono. La terza perché il centrodestra è diviso e incapace. Va da sé, infatti, che una vergogna del genere col centrodestra al governo sarebbe durata lo spazio di un mattino, perché o sarebbero arrivati i cingolati a sgombrare Palazzo Chigi oppure il capo dello Stato avrebbe sciolto le Camere. Visto che lo ripetiamo: di fronte ad uno spettacolo tanto indecoroso, nessuna interpretazione della Carta vieterebbe lo scioglimento anticipato, anzi lo suggerirebbe. Eccome.

Però, come sappiamo, alla sinistra è concesso tutto, anche la presa in giro senza limiti degli italiani sugli impegni di parola. Insomma, a sentire Nicola Zingaretti – il Partito Democratico ha a una parola sola – o rammentare le insolenze di Matteo Renzi ai grillini e viceversa, oppure i giudizi della sinistra su Giuseppe Conte gialloverde, si capisce bene in mano a chi siamo finiti. Come si capisce bene quanto l’ex sindaco fiorentino stia giocando al solipsismo, patologia della quale è affetto assai, perché per lui tutto si apre e chiude intorno al “mi piaccio, sono tanto bravo, sono il migliore”. Insomma, la canzone “Brava” di Mina – a Renzi – scuce un baffo. Anche perché non solo Renzi è una contraddizione vivente, visto che un tempo i grillini li detestava, sia chiaro ciò che scriviamo riguarda giudizi politici e basta, ma si era dichiarato incompatibile col Pd del quale era stato segretario. Non solo: aveva rassicurato Enrico Letta di stare sereno e agli italiani aveva detto che avrebbe lasciato la politica in caso di sconfitta al referendum. Eppure, c’è chi lo ritiene un politico di razza: alla faccia. Per uno che si rinnega in continuazione, che passa dal 40 per cento a meno della metà e se ne va per fare un partito del 3 per cento e si diverte a destabilizzare per più posti, perché così finirà al di là della chiacchiera spigliata del fiorentino, essere considerati special one è francamente una barzelletta. Per non dire che ora, Renzi, sarebbe contento di avere premier Luigi Di Maio: andatevi a rivedere gli scambi tra i due in passato. Oppure chiunque, la girandola di nomi è incredibile. Insomma, siamo arrivati al punto che si potrà fermare per strada un signore o una signora qualunque per dire “venga con noi che la portiamo come premier a Palazzo Chigi”.

Dite voi se questo caos indecoroso sia da grande statista, senza sottolineare che Italia viva è in maggioranza dall’inizio del Conte 2 approvando ogni obbrobrio, ogni Dpcm, ogni assurdità che ha portato a bruciare oltre il 10 per cento del Pil inutilmente e a gettare il Paese in un burrone. Come a dire che l’uomo di Rignano si è svegliato un po’ tardi. Per carità, meglio tardi che mai, ma è anche vero che chi tardi arriva male alloggia, come è vero che ride bene chi ride ultimo. Peccato che in mezzo ci sia un Paese, 60 milioni di persone nel precipizio economico-sociale che non saranno felici di questo teatrino. Meno che mai quando vedranno che sarà solo questione di posti e ruoli, perché Matteo si crede nato per il trono e gli strapuntini gli provocano l’orticaria. Oltretutto, e qui sta il vero punto, l’ambizione di Renzi è quella di riunire con se in un futuro il più prossimo possibile tutta l’area dei transfughi centristi, di inglobare Forza Italia che è il punto ondivago del centrodestra e un’area un po’ cattocomunista e un po’ orfana ex Democrazia Cristiana, per fare il famoso partito della nazione e diventare decisivo per ogni maggioranza di sinistra o destra. Insomma, è sempre e solo alla ricerca di ribalta e per riuscirci è disposto a tutto, anche a costringere il Paese alla vergogna che vediamo.

Perché sia chiaro, se è vero come è vero che il Conte 1 sia il frutto di una demenzialità politica di Matteo Salvini, quello 2 è tutto in capo a Renzi. Come in capo a Renzi è ciò che succederà. E sarà peggio, perché vedrete come arriveremo al 2023, chi sarà il prossimo capo dello Stato, come ci ridurrà l’Europa in cambio del Recovery. Altro che progetti e strategie, cambi di passo e politica alta di cui parla il napoleoncino di Rignano. La realtà è una sola e torniamo ai motivi per i quali siamo messi così: alla sinistra è concesso tutto ma il centrodestra è diviso e stranamente succube. Perché una opposizione unita e forte con 15 Regioni in mano, il Paese inginocchiato per colpa più della sinistra che del Covid, i sondaggi tutti largamente a favore, alza la voce e si fa sentire. Eccome se si fa sentire, altro che pazienza e saggezza. Dunque c’è qualcosa che obbliga il centrodestra alla sottomissione. E il motivo è per un verso il doppiogiochismo di Forza Italia, perché sempre nei governi di Silvio Berlusconi c’è stato qualche consigliere stretto, che ha trattato con gli eredi di Palmiro Togliatti posti e soluzioni. Ed è la ragione per cui la rivoluzione liberale non si è fatta e la sinistra prima ha incassato, poi ha “fottuto” politicamente il Cavaliere. Ma un motivo ulteriore è l’assenza di leadership, perché Salvini non è all’altezza e Giorgia Meloni è ancora lontana da un progetto di destra liberale, compiuto e riconosciuto.

Insomma, diamoci pace siamo alla mercé della sinistra, che è alla mercé dell’asse Ue franco-tedesco, a sua volta al servizio del pluto-comunismo cinese e del Gran Reset che cambierà il mondo a sua immagine e somiglianza, come sta già facendo e lo vediamo bene. Del resto, senza Donald Trump e con l’insediamento di Joe Biden obbediente alla sinistra, la Cina ha fatto scacco matto e nel breve sarà non solo la potenza più forte al mondo. Ma che potenza, perché con 2 miliardi di persone avrà una forza, udite udite, almeno 10 volte superiore a quella dell’America dei tempi migliori, con l’aggiunta di un regime comunista spietato. Chii potrà fermarla dal fare ciò che vorrà fare in ogni settore planetario? Nessuno, punto. Ecco perché doveva vincere Trump con tutti i suoi limiti, perché aveva capito la posta in gioco, ma la sinistra è stata più scaltra e forte, perfino con lui. E si è superata, trasformandolo in una sorta di mascalzone, puttaniere, colluso al malaffare e i traffici più loschi, un Al Capone. Incredibile ma vero, sapete perché? Perché ci viene in mente di cosa la sinistra sarebbe stata capace e avrebbe fatto di John Fitzgerald Kennedy e dei Kennedy se fossero stati Repubblicani, visto che di donne, strani suicidi, collegamenti loschi, un passato familiare discutibile, e così via, i Kennedy sono stati esempio. Alla mercé della sinistra. E chi vivrà, vedrà.

Aggiornato il 29 gennaio 2021 alle ore 10:39