
Poco dopo le 10 di un giorno qualunque che sembrava dovesse essere incasellato e impreziosito dalla comunicazione urbi et orbi del Santo Natale da passare in casa sine die, c’è stato un inatteso cambio di programma. Attenzione, forse la Befana oltre al carbone potrebbe regalarci la libera uscita, ma non facciamoci illusioni.
Per la cronaca: a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa Haftar, sono trattenuti da inizio settembre gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo: 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi. “Aspettiamo la conferma ufficiale ma oggi sembra proprio la giornata giusta”. Emozionato e con la voce rotta dal pianto, risponde così a Radio Capital Marco Marrone, armatore della Medinea, uno dei due pescherecci sequestrati 108 giorni fa in Libia.
Ebbene, il premier Giuseppe Conte (accompagnato dal prode Luigi Di Maio) non vuole sfuggire alla passerella libica dove, buona notizia, i pescatori italiani stanno per essere liberati dopo una prigionia durata diversi mesi. Con un colpevole e pazzesco ritardo, va aggiunto a caratteri cubitali. E la verifica con Matteo Renzi prevista per questa mattina? Depennata, l’acquolina in bocca per dirci che la liberazione dei pescatori è tutta merito suo l’avvocato del popolo (bue) non poteva risparmiarsela. Spazio ai flash dunque, perché la foto di rito di “Giuseppi” e “Giggino” a braccetto sul suolo libico meritava un blitz col jet. Stasera se l’Italia sarà Viva o meno non si sa. Primum vivere.
Aggiornato il 17 dicembre 2020 alle ore 20:34