
Io credo che nessuno della mia generazione, quella del 1961, potesse pensare di vivere una guerra. La sentivamo raccontare, come una favola, dai nonni che la vissero già adulti, come combattenti o da civili e come la scamparono in qualche modo. Di mia mamma ricordo l’impressione che mi fece, quando da bambino, mi raccontò che rimase sotto un palazzo, bombardato dagli alleati a Trieste. Abbiamo vissuto nel frattempo anni splendenti ed anni difficili, ma sicuramente non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in guerra, di avere un nemico che ci può mettere in pericolo, togliendoci le cose più preziose che abbiamo, a partire dalla salute.
Purtroppo siamo in guerra invece, lo dice il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, che ha spiegato che in Italia si dovrebbe superare nel 2020 il tetto dei 700mila morti complessivi: è il dato più alto dal 1944, l’impatto del Covid è simile a quello di una guerra. Una guerra in cui il nemico è invisibile, infido e ci colpisce nei gesti tipici di noi italiani come gli abbracci. Come nelle guerre aumentano anche le code di persone che si rivolgono agli Enti di prima assistenza, come la Caritas, per chiedere un pasto, i giornali ormai non possono nascondere questa situazione di strazio e di preoccupazione. Era evitabile? Se purtroppo era inevitabile la pandemia, erano evitabili le conseguenze di questa in termini di perdite umane: il modello Italia propagandato dal Governo ci ha portati ad essere per numero di decessi i secondi nella triste classifica dei caduti, fatto questo che sta a testimoniare un fallimento della politica sanitaria. Troppi soloni, parlo della pletora di virologhi ed infettivologhi, che hanno invaso la televisione, a parlare di cose che non conoscevano prima ed ancora oggi conoscono approssimativamente. Un Governo che avrebbe dovuto fare delle scelte per gli italiani, sulla base di informazioni scientifiche ed invece non sappiamo se le ha fatte correttamente, visto il segreto che è stato messo sui documenti, vista la fretta di bruciare i corpi dei deceduti, senza autopsia.
A questo problema si aggiunga che il rapporto tra nascite e morti, già in passivo da diversi anni, nel 2020 sarà record e porterà il Paese ad un tasso di denatalità spaventoso, con un effetto sull’economia futura, in termini di consumi, disastroso. Il 25 luglio 1943, l’omologo di Giuseppe Conte, il cavaliere Benito Mussolini fu defenestrato dal Gran Consiglio, il Governo di allora, vista la grave situazione militare, venutasi a creare con l’invasione della Sicilia, e quindi fatto arrestare dal re. Credo che oggi stiamo rivivendo quella stessa storia con persone e istituzioni diverse, a conferma della tesi che la storia ha un andamento ciclico, e che l’attuale situazione di contrasto che si vive nella maggioranza, a fronte di una debacle così grande, è il tentativo di smarcarsi da chi governa, per non venire travolti al momento delle elezioni, con l’azzeramento delle proprie rappresentanze. È evidente a tutti, sia a destra ma anche a sinistra, che l’era degli inadeguati ed incompetenti ha prodotto solo gravissimi danni al Paese, siamo sconfitti su tutti i fronti, da quello sanitario a quello economico.
Oggi si chiede con forza che, se non si vuole andare alle elezioni, vada sostituito il Governo in toto, portando al potere persone competenti e capaci, tecnici, ognuno per il suo ministero, in grado di guidare il Paese in questo conflitto che ci sta vedendo perdenti. Solo cambiando la guida dell’esercito, nella Prima guerra mondiale, affidando al generale Armando Diaz il posto del generale Luigi Cadorna, ci si poté rialzare dalla disfatta di Caporetto per arrivare fino a Trieste. L’Italia ha bisogno di un nuovo “Diaz”, non perdiamo più tempo!
Aggiornato il 17 dicembre 2020 alle ore 11:37