L’inganno del politicamente corretto: le verità scomode

Siete una maggioranza da tutelare? Allora, il politically correct (PoCo, per brevità) non fa per voi, in quanto la sua coperta ideologica è sempre troppo corta, volendo il suo nero mantello abbracciare il mondo intero, come farebbe l’angelo caduto dal cielo. E già, perché, sotto molteplici aspetti, privilegiando oltre misura una determinata minoranza, il PoCo può (come spesso accade) mettere a serio rischio i diritti simmetrici della maggioranza relativa. Questo perché la sua strumentazione di norme scritte agisce tramite categorizzazioni astratte, dove i nuovi diritti sono sempre più parossisticamente estratti con il forcipe, sottraendoli di prepotenza al vaglio sereno del buon senso.

In realtà, l’unica vera sostanza del diritto è la tutela della Persona, a prescindere dalla sua etnia, razza, religione, o pratica sessuale. Alcuni esempi (che l’uomo comune sperimenta innumerevoli volte durante la sua vita) serviranno a chiarire meglio il punto. In moltissime realtà urbane, soprattutto dell’Europa continentale, a causa delle migrazioni interne alla Unione europea e all’arrivo di immigrati irregolari, determinate componenti etnico-linguistico-religiose si contraddistinguono per un alto tasso di criminalità ordinaria al loro interno, a danno dell’integrità di persone e beni privati. Con sempre maggiore frequenza, si registrano gruppi omogenei di stranieri o comunitarizzati molto attivi nell’area dello spaccio di stupefacenti e dei reati diffusi contro la proprietà privata, come borseggi, accattonaggio molesto, scassi, furti in appartamenti, truffe a danno di anziani. E, aspetto degenerativo ulteriore, alcune comunità allogene addestrano minori o li sfruttano costringendoli all'accattonaggio e al furto con destrezza.

Le loro numerose vittime sono cittadini inermi, appartenenti alla maggioranza, che vengono fortemente penalizzati moralmente e praticamente impediti di censurare o ribellarsi a tali pratiche, pur essendo loro stessi oggetto di palese razzismo alla rovescia, perché la tutela va sempre e comunque indirizzata a beneficio del…diverso, verso i cui reati si indulge perché, si dice, condizionati dal costume tradizionale di usanze proprie di quel gruppo minoritario. Si arriva così all’assurdo che proprio quei comportamenti illeciti, sanzionati e puniti penalmente e severamente per i cittadini autoctoni, debbano essere considerati scusabili, o quanto meno, attenuati rispetto all’applicazione erga omnes della legge ordinaria. In pratica, spedire bambini in strada a chiedere l’elemosina o addestrare adolescenti minorenni a borseggiare (più spesso in piccoli gruppi) sui mezzi pubblici o a svaligiare abitazioni private, comporta al massimo una passeggiata presso il comando accertatore della violazione, ma mai la perdita della patria podestà da parte dei loro tutori, né l’affidamento coatto ai servizi sociali del(i) minore(i) per il loro allontanamento dalla relativa comunità di origine. Del resto, quanti benpensanti del PoCo, residenti nelle zone Ztl metropolitane, prenderebbero in affido uno di quei minori appartenenti a minoranze…problematiche? Eppure, si nega l’applicazione della legge a questi casi, per non traumatizzare i minori svantaggiati interessati. Invece, le loro vittime innocenti non hanno di converso nessun diritto a pretendere il rispetto come persona offesa delle leggi violate da quei loro comportamenti illeciti.

Per non parlare di quegli individui extracomunitari che si specializzano nei traffici illeciti di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione o del traffico di esseri umani, coperti dall’omertà mafiosa di minoranze insediate nelle comunità ospiti, le cui attività illegali collettive di loro sottogruppi recano indubbi, gravi danni alla salute delle popolazioni autoctone. Ebbene, verrebbe da dire che, applicando identicamente il politically correct alla maggioranza defraudata e penalizzata, quelle minoranze (gruppi) andrebbero puniti ancora più severamente rispetto agli autoctoni, in quanto hanno dimostrato di violare deliberatamente il diritto alla sicurezza e all’integrità della persona della popolazione ospitante. Questo accade, in buona sostanza, perché l’eccesso di tutela delle minoranze produce presso queste ultime un sentimento vero e proprio di impunità. “Mi perseguiti perché sei un intollerante razzista e fascista”, indipendentemente dai comportamenti oggettivamente censurabili e criticabili tenuti da singoli individui di una determinata minoranza. La demagogia (si potrebbe dire dittatura) del PoCo non tiene in nessun conto la persona e i suoi rapporti interpersonali, riportandola sempre e comunque nell'ambito della minorità da preservare a ogni costo.

Qui sta l’epocale inganno del politicamente corretto: spostare i termini delle responsabilità, traslate dal singolo al gruppo che è struttura portante della tradizione e dei comportamenti devianti, rispetto al diritto codificato della comunità autoctona. Segregare moglie e figlie a casa, imporre loro il velo o matrimoni concordati non vede nessuna ingerenza forzata da parte dei poteri pubblici nazionali che, per timore di incorrere nella violazione del diritto delle minoranze, rinunciano a far ricorso a una forza di contrasto che risulti efficace nel reprimere questo tipo di comportamenti, considerati invece normalmente punibili per la cittadinanza autoctona. Così facendo, tuttavia, si creano enclave chiuse, una sorta di Stato nello Stato (si pensi alla macellazione rituale degli animali nel corso di determinate festività religiose) con leggi e usi e costumi propri e peculiari, per cui si giudicano i comportamenti in base, ad esempio, alla sharia, invece che alla legge ordinaria. Il fondamentalismo islamico, infatti, trova la sua fucina nella predicazione antioccidentale di molte moschee improvvisate, tollerate in non poche realtà urbane e metropolitane europee. Ecco: anche qui si parla di…islamofobia secondo un principio messo a punto e del tutto condiviso dalla ideologia del politically correct. Forse, bisognerebbe pensare di mettere quest’ultimo fuorilegge e di porre al centro di tutto l’inviolabilità della Persona, sempre e comunque!

Aggiornato il 15 dicembre 2020 alle ore 10:05