Miserevoli manovre di bottega e di cadrega

Al netto della mancata volontà del centrodestra di fare opposizione, perché non c’è Governo inopponibile specialmente se composto da perniciosi come i giallorossi, quello che genera dispregio è il teatrino di infime manovre di bottega e di cadrega, fatte passare in queste ore per rilancio dell’azione di governo. Ebbene a parte l’ennesimo strappo costituzionale di Giuseppe Conte, che come i Dpcm passa inosservato da chi dovrebbe sorvegliare, perché le consultazioni politiche fino a prova contraria sono prerogativa del capo dello stato, ciò vediamo è solo la conferma dello squallore di una maggioranza che a tutto pensa fuorché al Paese. Del resto, soprattutto Matteo Renzi ci ha abituati agli spergiuri, alle piroette, alle sbruffonate e dunque potrebbe essere creduto solo dagli sprovveduti, figuriamoci poi se assieme a lui nella cosiddetta verifica e rilancio di maggioranza si uniscano il premier, Nicola Zingaretti e i grillini. Tanto è vero che le voci dopo le consultazioni per via delle fibrillazioni di maggioranza, parlano solo di qualche ministro in più a questo o a quello, di qualche vicepremier a questo o a quello, di qualche incarico aggiuntivo nella cabina di comando, insomma il peggio della bottega e della cadrega, alla faccia del bene del paese.

Per farla breve, mentre il Paese si sta schiantando per colpa del Covid ma anche e soprattutto per colpa dei provvedimenti scellerati di un esecutivo di incoscienti e impreparati, Conte e compagnia cantante trattano poltrone e predominio interno alla coalizione, roba da rivoluzione. Insomma a scherzare col fuoco prima o poi ci si brucia, e anche se esistono i divieti di proteste e assembramenti e di manifestazioni, di occupazione delle piazze e degli spazi pubblici, l’aria di rivoluzione e rabbia, gira eccome e per quanto gli italiani non siano cuor di leone la pazienza è limitata anche per loro, anzi la meraviglia è proprio il fatto che ancora resistano a sopportare tanto. Perché sia chiaro: i giallorossi non solo non pensano al Paese ma alla Cina, alle cordate, agli amici degli amici, alle spartizioni delle task force, ai commissari da nominare, a chi assegnare la gestione dei fondi dell’Unione europera, alle deleghe nei servizi segreti. Ma fanno il contrario di ciò che servirebbe sprofondando come vediamo l’Italia nel caos, nella confusione, nella disperazione e nella crisi più terribile di sempre.

Eppure, c’è qualcuno che insiste nel far finta, nel non vedere quanto l’Italia stia precipitando, quante decine di migliaia di aziende stiano fallendo, quante centinaia di migliaia di posti di lavoro stiano saltando, quante attività siano destinate al fallimento, quante famiglie per la chiusura della bottega siano ridotte alla fila della Caritas, quanti debiti si vadano accumulando nel sistema sociale e produttivo costretto a stare fermo. Eppure c’è qualcuno che ritiene giusto aver sprecato 10 miliardi per il reddito di cittadinanza finito  ai delinquenti, malfattori e nullafacenti per principio, c’è qualcuno che ritiene giusto aver bruciato 2 miliardi per i navigator che non hanno fatto un tubo perché un tubo c’era da fare, qualcuno che ritiene giusto aver sprecato 7 miliardi per gli aumenti contrattuali agli statali che della crisi nemmeno se ne sono accorti, qualcuno che ritiene giusto aver bruciato 5 miliardi in bonus monopattini, biciclette e idiozie varie, qualcuno che ritiene giusto aver buttato  4 miliardi per la follia di quota 100. C’è qualcuno che ritiene giusto dissipare un miliardo per le nuove esigenze dei parlamentari, qualche altro miliardo per pagare task force, consulenti e assistenti, 10 miliardi per stabilizzare i bonus elettorali di Renzi, altri miliardi per assunzioni pubbliche clientelari, per assistenzialismo, statalismo, vi pare normale? Vi sembra giusto bruciare così I famosi 100 e passa miliardi? Il 10 percento del pil in cambio di nulla? Vi sembra normale che qualcuno giri la testa dall’altra parte e non si accorga del male che questo esecutivo sta facendo al Paese? Vi sembra normale che nessuno ascolti il nuovo appello di Mario Draghi sul come risolvere una crisi che sta per diventare un terremoto sociale, una bomba atomica economica comune, vi sembra normale che nessuno dica basta per il bene collettivo?

Eppure, non solo non si dice basta, ma si vuole convincere la gente che non ci sia alternativa, che sotto le feste non si vota, che all’inizio dell’anno non si vota, che a primavera non si vota, che da noi insomma non si vota mai perché non c’è stagione adatta per votare specialmente se al governo ci sono i cattocomunisti, gli eredi del sodale di Stalin e i figliocci di un giullare di teatro, proni ai diktat della Ue, della Cina, dei George Soros di turno. Ecco perché scriviamo miserevoli manovre, scriviamo purtroppo della complicità del centrodestra che assiste docile anziché fare il diavolo a quattro, insomma non esiste una opposizione che osservi in silenzio la distruzione della patria e della nazione per via di una maggioranza di ipocriti, incompetenti, e di mediocri sconosciuti, ma quando mai? Che fine ha fatto il senso laico dell’amor patrio, perché si consente a un prete di interferire pesantemente negli affari laici e di Stato anziché occuparsi del suo che è ricchissimo e di cui oltretutto è il padrone assoluto. Che fine ha fatto il bene supremo del Paese, lo spirito di responsabilità al servizio dei cittadini, che fine ha fatto quella onorabilità di cui parla la Carta, che fine ha fatto la certezza del diritto, che fine ha fatto l’onestà intellettuale intesa dai costituenti, che fine ha fatto il rispetto per 60 milioni di persone e la sovranità che rappresentano?

Serve un nuovo Governo subito, serve un nuovo voto che testimoni la volontà popolare e non quella del palazzo, serve una maggioranza univoca e sintonica, serve un colpo d’ala che restituisca al Paese fiducia nel futuro, speranza di successo, serve un vento nuovo di ottimismo sulla forza dell’Italia e sulla sua sovranità, serve più libertà, più democrazia, più autonomia, più laicità e meno Vaticano. E poi più indipendenza e meno obbedienza prona alla Ue, più pluralismo e meno egoismo da mitomane, serve un paese nuovo e liberale, liberato dall’ossessione statale, comunista, assistenziale, buonista, ipocrita, radical chic, politicamente corretta e suddita di una Europa che vuole inginocchiarci e basta.

Aggiornato il 15 dicembre 2020 alle ore 10:35