La corte dei miracoli italiana

Chi non ha visto il capolavoro della Walt Disney “Il gobbo di Notre-Dame”, magari insieme ai propri figli più piccoli, si ricorderà dei personaggi malandrini della “corte dei miracoli” ed il loro re. Victor Hugo ne parla in modo romantico nella sua opera “Notre-Dame de Paris”, da cui è stato tratto il film. Nella Francia del diciassettesimo secolo esistevano realmente nelle varie città francesi, luoghi, piazze o crocicchi di vie, in cui viveva tutta quella folla di mendicanti, zoppi, nani e varia altra umanità che facevano dell’accattonaggio e del furto la loro principale attività giornaliera. Si chiamavano così perché la notte in quei luoghi avvenivano strani miracoli, gli storpi si raddrizzavano e chi aveva perso un arto lo ritrovava. E questa umanità che viveva nei bassifondi della società del tempo nominava addirittura un re che gestiva i traffici poco puliti e garantiva un ordine che sempre vige, anche nelle società del malaffare. Ora che fortunati che siamo noi italiani possiamo avere dal vivo la nostra “corte dei miracoli”! Un gruppo di ministri inadeguati in confronto a chi li ha preceduti nelle precedenti legislature, una folla di biscazzieri nei vari partiti della coalizione ed infine un re che, come Arlecchino, ne spara delle più grosse che riesce, per far sorridere il pubblico.

Come non si può non pensare ad un ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, uno dei ministeri fondamentali di uno Stato, detenuto da un personaggio che con difficoltà si esprime in italiano corretto e che non conosce una lingua straniera. Ed i risultati disastrosi sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo diciotto pescatori siciliani, catturati e detenuti illegalmente da cento giorni, da un Governo libico che sta in piedi per la pratica e non si sta facendo nulla per dimostrare che il Mar Mediterraneo di fronte alla Sicilia è uno spazio di nostra competenza. Al contrario, l’omologo ministro della Turchia, Mevlüt Çavuşoğlu in men che non si dica, ha riportato a casa i suoi marinai sequestrati. Luigi Di Maio e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese sono andati in Tunisia in agosto, per fermare l’ondata di sbarchi, con un piano di sostegno economico di 11 milioni di euro, ora si vede che non si sono spiegati bene con chi traduceva, ma dopo che sono rientrati il flusso di migranti illegali è triplicato. La ministra Lamorgese che non ha saputo gestire il flusso dei migranti e che, per mesi e mesi, ha detto che questi non erano propagatori di Covid, lasciandoli vagabondare liberamente per l’Italia, a non far nulla e, nella peggiore delle ipotesi, a delinquere.

Parliamo poi di che è seduta sulla poltrona che fu di Giovanni Gentile, Benedetto Croce e Aldo Moro, il dicastero che vigila il futuro della nazione, attraverso la formazione delle nuove generazioni, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, la cui unica preoccupazione è stata quella di cambiare i banchi, con quelli a rotelle, peccato che vista la sua inadeguatezza le scuole sono chiuse, come ha detto giustamente Matteo Renzi, non un suo avversario politico, ma un alleato. Altro componente di questa stravagante compagnia è Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, che sarà ricordato per aver calpestato il lavoro dei magistrati contro le mafie, mandando a casa boss ed assassini, con la scusa del Covid. Ricordarli tutti è un elenco doloroso per il cuore di tutti gli italiani, dotati d’intelligenza e con a cuore il bene del Paese, perché troppi sono stati gli errori che ognuno di loro è riuscito a fare o a dire in questo periodo di governo giallorosso.

La narrazione giunge immancabilmente al re di questa corte nostrana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che con la magia della poltrona è riuscito a passare da un Governo di destra ad uno di sinistra, e come non si può non chiamare miracolo! Un sovrano, oggi preso d’assalto ed in primis da chi ha generato questo “monstrum” politico, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, stanco della posizione marginale in cui versa il suo movimento. Un sovrano che ci concederà, forse, perché la certezza in questo nostro Paese non esiste più, la regalia di poter passare le feste natalizie con i familiari, visto che oramai i diritti costituzionali con la scusa della salute pubblica sono stati schiacciati a colpi di Dpcm. Un sovrano che ha una corte di tecnici infinita, alla faccia della riduzione dei costi della politica, che ha convocato gli “Stati generali” per produrre aria fritta che pagheremo a caro prezzo. Chi gli convocò l’ultima volta ci rimise la testa, ma i francesi sono diversi, l’ho già scritto. Un sovrano che nasconde la verità scomoda sulle colpe della gestione della prima ondata e della seconda ondata della pandemia, con un numero di morti che ci mette al secondo posto della classifica mondiale. Un sovrano che ha davanti a sé le corti dei tribunali, dove dovrà difendersi per tutti i danni provocati. Cosa potrebbe fare ancora Giuseppe Conte per evitare di portare nel dirupo questo Paese, completamente stremato? Cedere il bastone di comando, passando la mano e portando al Governo, finalmente, persone preparate a livello tecnico e personale, per condurre il Paese fuori da questa guerra, che porta via vite ed attività economiche. Un Governo collegiale e politico, capace di radunare nuovamente quel consenso, che oggi non esiste più, perché l'Italia credo sia rimasta scottata dalla corte dei miracoli, infatti abbiamo pagato molto caro l'essersi fidati di un comico, Beppe Grillo, con il suo serraglio.

Aggiornato il 14 dicembre 2020 alle ore 09:33