
Insomma: chi l’azzecca? Sbagliati i calcoli sulla “Blue wave” democrat alle presidenziali 2020 dove, a dispetto dei santi, Donald Trump ha ottenuto quasi il 50 per cento dei 150 milioni di voti validi. Inutili gli innumerevoli “wishful thinking” degli intellettuali mainstream di tutto il mondo e dei media da loro monopolizzati, che avevano giurato e spergiurato sulla morte del trumpismo e del populismo. Altro imperdonabile abbaglio dei politically correct italiani e americani è di aver preventivamente gridato ai quattro venti la scontata parzialità della Corte Suprema a maggioranza conservatrice, a causa delle nomine fatte da Trump, senza capire che una sua sentenza permane per decenni nell’ordinamento federale condizionando il comportamento di tutti gli attori istituzionali coinvolti. Pertanto, l’ultima cosa che passerebbe per la testa a uno qualsiasi dei suoi giudici nominati a vita è di assumere una decisione “ingiusta” o parziale, preferendo al contrario soluzioni di compromesso per garantire il voto all’unanimità. Sbagliati, soprattutto, i calcoli meschini dei politici di casa nostra che ci assicuravano sulla definitiva disfatta del virus perché noi, proprio noi, i più anarcoidi cittadini del mondo, avevamo dimostrato unità e disciplina, tanto da aver sconfitto il Covid-19 grazie a un lockdown con i fiocchi che tutti ci hanno invidiato. Insomma, si è vista all’opera la “fun politics”, o politica degli abbagli.
Ora, a proposito del vaccino messo a punto dall’azienda farmaceutica Pfizer, nota anch’essa per il “blu” della sua magica pillolina per inappetenti sessuali, arriva l’altro fool-thinking del buffone di corte dell’Onu, per cui “gli immigrati sono una risorsa”, dato che una coppia di origine turca, moglie e marito cittadini tedeschi, hanno inventato il vaccino anti-Covid che pare ben funzionare al 90 per cento. Che di per sé, però, non si capisce bene che cosa voglia dire, dato che non vengono forniti dettagli sulla pur estesa platea di volontari che l’hanno sperimentato. A giusto titolo, scienziati imparziali come il professor Silvio Garattini si chiedono in merito quante e quali fossero le categorie a rischio (soprattutto anziani con comorbilità) che l’hanno assunto e gli esiti relativi. Ma veniamo al punto: l’immigrazione indiscriminata che per noi “vien dal mar” e ci inonda di profughi economici che non possiamo mantenere è, forse, cosa buona e giusta? Ha senso continuare a imporre sanzioni agli invisibili che non rispettano i provvedimenti di espulsione e di allontanamento, ben sapendo che dovremo comunque tenerci quella stragrande maggioranza di immigrati irregolari che ci arrivano per decine di migliaia di unità all’anno, senza avere alcun diritto a ricevere un permesso di soggiorno, ma che allo stesso tempo ci risulta impossibile rimpatriare?
A proposito di immigrazione irregolare: siamo diventati o no terreno di conquista da parte dell’Islam? Il sospetto c’è. Così come l’espansione territoriale dell’Impero Romano fu resa possibile dalla costruzione fisica di dorsali longitudinali (grandi vie consolari) e di robusti assi viari trasversali, anche la moderna penetrazione islamica ha sfruttato la dorsale che passa attraverso la Spagna, la Francia, il Belgio, la Germania per finire in Italia, muovendo stavolta non le armate di Soleimani ma eserciti disarmati di migranti provenienti dalla Turchia e dal Maghreb, comprese alcune aree dell’Africa continentale. Per mettere un freno a quanto sta accadendo nei principali Paesi dell’Unione europea, dove si sono create enclave musulmane in cui la sharia è legge, sarebbe opportuno che le Costituzioni nazionali recepissero un principio di assoluto buon senso proposto dai conservatori francesi, che recita: “Nessun individuo né alcun gruppo può avvalersi della sua origine (etnico-religiosa) per dichiararsi esonerato dal rispetto di una regola comune”. Per quanto riguarda i flussi dei migranti, in assoluta prevalenza profughi economici, è il caso di concordare a Bruxelles un piano per il bilanciamento di queste ondate indesiderate attuando una programmazione comune dei flussi legali, in modo da selezionare gli stranieri da accogliere in base al possesso da parte loro di skills professionali, compatibili con gli impieghi di cui le imprese europee hanno disperatamente bisogno.
Invece di osservare l’indice che punta alla luna, è urgente e improrogabile denunciare le radici del fenomeno migratorio, che non è rappresentato dai criminali responsabili della tratta dei nuovi schiavi del XXI secolo, bensì dai regimi africani e dai loro leader inamovibili che sono la prima e praticamente esclusiva causa dell’esodo di quei loro popoli in fuga. Despoti con i quali continuiamo a fare ottimi affari, lasciando che le banche occidentali accolgano nei propri forzieri migliaia di miliardi di dollari che quegli (ir)responsabili politici hanno sottratto con la frode, la violenza e la corruzione ai popoli da loro governati. Invece del buonismo e delle lacrime di coccodrillo che fanno solo lievitare il numero di naufraghi scomparsi in mare, tentando la traversata su imbarcazioni di fortuna, occorrerebbe una politica ben più muscolare che, da un lato, congeli sia gli stratosferici asset esteri di dittatori senza scrupoli, sia la vendita di armi ai loro Paesi, controbilanciata dall’altro da un piano programmatico per il finanziamento (con la dotazione di qualche miliardo di euro!) di borse di studio all’estero per la formazione universitaria delle nuovi classi dirigenti africane. In tal senso, occorre un concerto Europa-Africa per selezionare talenti e giovani meritevoli da ospitare nelle migliori facoltà scientifiche (Medicina, Ingegneria, Informatica) del nostro continente. A patto che, beninteso, i beneficiari, una volta completati gli studi, rientrino poi nei rispettivi Paesi di origine per svolgere sul campo la loro attività. Facendo così l’esatto opposto del neocolonialismo cinese e del capitalismo “di rapina” di Wall Street.
Aggiornato il 17 novembre 2020 alle ore 10:19