
Sia chiaro nulla di nuovo: l’avevamo scritto settimane fa che anche la stagione invernale l’avrebbero trasformata in infernale, tanto è vero che quando il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, magnificava a settembre i risultati trimestrali, annunciando un fine d’anno migliore del previsto, rispondemmo dove l’avesse intuito e visto. Insomma, era ovvio che con l’aumento progressivo dei contagi sarebbero arrivati a chiuderci di nuovo perché, nonostante le dichiarazioni sull’arrivo dato per certo della seconda ondata, il Governo, anziché preparare il Paese ad affrontarla nelle migliori condizioni, si è pavoneggiato sul risultato della trimestrale estiva. Mai una autocritica, una ammissione di sbaglio, un minimo di pudore per questo o quell’errore: per il Governo la colpa è sempre altrove, l’indisciplina dei cittadini, l’incoscienza giovanile, la mancanza di cautele, di tutto e di più tranne che una serie di trascuratezze totali di un esecutivo che, durante l’estate, anziché rinforzare il sistema sanitario si è crogiolato sul successo ampiamente immaginario. Detto e fatto perché ora che siamo nel ciclone della ondata di ritorno non trovano di meglio che rinchiuderci di nuovo. Ma la sfiga vuole che, stavolta, è peggio della prima, perché allora almeno chiusero tutto e tutto insieme, mentre adesso sono finiti nel pallone.
Un Dpcm dietro l’altro, orari di coprifuoco cambiati in continuazione, verrebbe da dire di tutti i colori e infatti dal rosso al giallo all’arancione hanno trasformato la cartina del Paese in arcobaleno. Per farla breve un gran casino, col risultato che è talmente difficile capire cosa fare e cosa non fare che l’Italia è ripiombata nel caos generale, con l’aggravante che stavolta l’economia era già stravolta. Perché mentre a marzo scorso il sistema produttivo veniva da un periodo magari non brillante ma normale, adesso si è ritrovato di nuovo chiuso con alle spalle la mazzata precedente, anzi peggio, visto che per farlo lavorare almeno un po’ nel periodo estivo il Governo l’ha obbligato ad una serie d’interventi costosi per la sicurezza e per i distanziamenti anti-Covid. Pensate dunque in quale disperazione siano stati gettati, la gran parte degli esercizi che, per via della seconda chiusura, vedono di fronte la morte commerciale più sicura. E per favore non si parli di ristori, perché basterebbe fare un confronto col resto dell’Europa per vedere come un Governo cosciente e competente dovrebbe intervenire, per compensare dignitosamente il mancato fatturato equivalente. Da noi il Conte bis procede a tentativi, per provvedimenti successivi e approssimativi, a piccole dosi, per importi vergognosi rispetto al necessario, insomma è incredibile come non ci si renda conto che la pazienza della gente non è infinita e che continuando così l’intera economia andrà fallita.
L’avevamo scritto settimane fa, che dopo il dramma della stagione pasquale e primaverile andata in vacca, senza un programma e una strategia si sarebbe rischiato di mandare a monte pure quella di Natale e invernale, una stagione che specialmente in montagna ma non solo è fondamentale per i bilanci di una enormità di settori che non si tengono in piedi con la ridicolaggine dei ristori. Eppure, il premier Giuseppe Conte ci viene a dire col suo solito discorsetto, che nel periodo delle feste di Natale non dobbiamo pensare solamente agli acquisti, ai regali, alle vacanze invernali, ma al significato più profondo della festa e, per inculcarcelo meglio nella testa, ci suggerisce di farlo da soli o quasi, in una sorta di raccoglimento individuale perché a farlo in tanti viene male, alla faccia del Natale festa della famiglia. Non solo, ma per rendere l’idea della solitudine più chiara, l’esecutivo sta pensando di obbligarci a festeggiare solo tra parenti di primo grado, delle due l’una o il Governo non sa più quello che dice, posto che l’abbia mai saputo, oppure non conosce le parentele, perché il primo grado è solo tra genitori e figlio. E lo scriviamo al singolare, visto che se fossero figli si ritroverebbero vicini più fratelli parenti di secondo grado, per non dire che gli stessi genitori fra di loro non sono nemmeno parenti ma congiunti. Insomma, ci rendiamo conto in mano a chi siamo finiti: ad una maggioranza che da quando è esploso il virus ha trasformato l’esistenza della gente in un film del terrore, un incubo totale, una storia di paure e di chiusure, di limitazioni delle libertà costituzionali, di confusione assoluta sui provvedimenti, di idiozie a ripetizione sugli interventi, di caos sociale, di distruzione dell’economia e in qualche modo della stessa democrazia.
Del resto, che democrazia può essere quella che divide i cittadini tra serie A e serie B, quella che ad un segmento, quello statale non chiede un euro di sacrificio, mentre a quello privato chiede la pelle, che democrazia può essere quella che tutela un apparato, quello pubblico, in parte pagato e in parte strapagato oltre misura, mentre a quello privato produttivo trasferisce poco o niente. Che democrazia può essere quella che non pensa che distrutta l’economia resta solo l’ordalia, che la fame e la pazzia sono esse stesse cause di morte fisica e sociale né più né meno che l’epidemia, che democrazia può essere quella che intimorisce una popolazione intera senza una motivazione che sia chiara fino in fondo perché sul virus troppe cose non tornano e non le spiegano. Ecco perché diciamo che questo Governo deve andare a casa, subito, da quando esiste ha fatto danni enormi, bruciato 100 miliardi e altri ancora ne sta per bruciare perché la finanziaria che si appresta a fare è una nuova operazione fallimentare, assistenziale e antindustriale, alla faccia della richiesta di collaborazione all’opposizione. Anche qui che maggioranza e che democrazia può essere quella che per salvare la faccia invita l’opposizione ad un confronto sugli interventi e poi se ne buggera, fa da sola e tira avanti, qui stiamo scivolando molto al di sotto della democrazia, per libertà, discriminazioni, differenti trattamenti e valutazioni, obblighi insensati e coercizioni, scelte avventurose e perniciose, oltre alla mascherina ci hanno messo il paraocchi per non vedere ciò che succede intorno, per non reagire al surreale e innaturale, per non capire che ci vogliono imbrogliare e intrappolare, buttiamo il paraocchi e apriamo bene gli occhi.
Aggiornato il 16 novembre 2020 alle ore 09:46