L’Italia è una miccia

È più probabile che ci chiudano per paura che per il contagio, insomma, i giallorossi sono stati così bravi da trasformare in nove mesi l’Italia in una miccia e questo è ancora niente, visto che si annuncia un periodo natalizio da clausura e da paura. Verrebbe da dire che la collezione delle scelleratezze si completa, perché dopo la primavera estate, ecco l’autunno inverno, col risultato che il virus non si è fermato ma il Paese sì, talmente tanto, da prefigurare un bilancio da catastrofe economica biblica. Ma il paradosso vuole che, secondo il Governo, la colpa sia tutta delle discoteche, che nel periodo estivo avrebbero provocato questo po’ po’ di danno, salvo spiegare come sia stato possibile che da luglio agosto il virus per riesplodere abbia aspettato ottobre. Insomma, per noi ignoranti, se l’incubazione virale è due settimane, già a partire da agosto, al massimo i primi di settembre, avremmo dovuto avere l’esplosione che c’è adesso, invece caso strano la seconda ondata è stata ritardata.

Ora, per carità, che durante le vacanze si sia verificata un’esagerazione di leggerezza nello svago non c’è dubbio, ma escludere categoricamente, come fa il Governo, che l’apertura delle scuole e i trasporti pubblici e urbani non c’entrino niente, più che incredibile appare incosciente. Per farla breve, è chiaro che il Governo dopo una capa tanta sulla seconda ondata non abbia pensato a provvedere perché fosse contrastata, anzi si è sprecata una marea di soldi per i banchi a rotelle voluti dal ministro alla Scuola, Lucia Azzolina, per la prevenzione di una nuova esplosione, detto e fatto tant’è che siamo tornati subito alle chiusure. Per non parlare dei trasporti, dove si è toccato il fondo della trascuratezza, eppure è dal rientro dalle vacanze e dalla riapertura delle scuole e delle attività, che si è segnalato il rischio di un sistema dei mezzi pubblici fuori controllo con la gente ammucchiata come sardine. Ma questa è sola una parte dell’incoscienza e dell’ignoranza giallorossa di fronte al problema, perché è dall’inizio che non ne azzeccano una, a ripercorrere le conferenze, le passerelle hollywoodiane, gli annunci da Mosè del premier, Giuseppe Conte, sui comandamenti assieme ai suoi provvedimenti, viene la pelle d’oca, eppure insistiamo ancora è niente. È niente, perché nel mentre sono stati bruciati inutilmente 100 miliardi, e altrettanti rischiano di fare la stessa fine visto che i primi non sono bastati, insomma una quantità ciclopica di altro debito, che per un Paese come il nostro già indebitato sino al collo è un cappio mortale, senza ottenere un risultato sul quadro disastrato.

Per farla breve, alla fine della fiera, il Governo avrà speso una cifra prossima al 10 per cento del Pil col solo risultato di aver acceso una miccia nel Paese, perché tutto il segmento produttivo è in ginocchio e furibondo, una cifra colossale spesa totalmente male. Perché sia chiaro: se un importo enorme come quello fosse stato messo a frutto secondo una logica di buon senso, una strategia economica studiata, un percorso programmato, l’Italia oggi non sarebbe in questo stato e sul piede di rivolta civile e sociale con tutto che va male. Male la trascuratezza della leva fiscale che anzi continua ad essere brandita come una tagliola, male l’assenza di una erogazione rapida e adeguata di fondo perduto, male l’inesistenza di una revisione della spesa per ridurre lo sperpero, male ancora la gestione nevrotica delle chiusure, male la concessione dei crediti bancari sottoposti a mille condizioni, malissimo l’utilizzo delle autocertificazioni.

In compenso, una marea di pericolosissimi monopattini, di banchi a rotelle pagati e non consegnati, l’estensione del reddito senza controlli tanto è vero che è arrivato a furbetti e malfattori, la conferma di quota 100 e l’aumento contrattuale a dipendenti e dirigenti dello stato, lo smart working a go-go senza criterio e, per finire, un costo ulteriore per la mala gestione della dell’immigrazione che col Governo giallorosso ha ripreso e brindato a più non posso. Per non parlare della cassa integrazione senza un minimo di selezione, dei soldi offerti alla cooperazione, dei finanziamenti a programmi improduttivi e di una infinità di rivoli di spesa senza resa, insomma un disastro totale e una montagna di miliardi spesi male.

Ecco perché l’Italia è una miccia, ed ecco perché visto che lo sanno ci chiudono per la paura che hanno, per timore che la gente si rivolti per fame, lavoro, disperazione. Altro che cenone: c’è poco da far girare sui giornali che il 40 per cento degli italiani sarebbe contento del lockdown. Perché sicuramente quella percentuale è collegata a tutto l’apparato statale che è stato privilegiato: chi è sicuro del bonifico per 13 o 14 volte, se ne sta a casa col pc di fronte e i biscotti di lato, è chiaro che non sia disperato, anzi si gode la famiglia, le piante, i balconi. E sia chiaro, non ci riferiamo a quella parte d’apparato da encomiare, che non si ferma mai, sanità, forze dell’ordine, Protezione civile e così via. Ci riferiamo alla burocrazia, insomma a tutto un mondo che grazie ad un Governo scriteriato non è stato chiamato nemmeno per sbaglio a contribuire, a fare un sacrificio, almeno temporaneo, i cittadini di serie A. Ecco dove nasce quel 40 per cento di favorevoli.

Peccato però che ci sia il 60 per cento degli italiani, quelli che alzano la serranda, aprono la bottega, il laboratorio, il ristorante, lo studio, il capannone, quelli che danno lavoro a milioni di persone, che col lockdown stanno crepando, mentre il commissario che non ne azzecca una e guadagna centinaia di migliaia di euro l’anno, dice state buoni perché vi capiamo. Che può capire quest’uomo, che può capire un Governo che non combatte per la spesa e la sopravvivenza e si ritrova tutti i mesi 10-12 mila euro sul conto? Come del resto tutti i parlamentari nazionali, regionali e così via? Anche qui parliamo di un mondo che non si è tassato di un euro per solidarizzare con l’Italia che trema, per questo il Paese è una miccia, perché la gente che soffre mica è scema.

Da ultimo il dopo, dopo la sconfitta del virus che troveremo sul piatto grazie ai giallorossi? Troveremo un debito stellare da ripagare come non si sa, una montagna di cartelle da pagare come non si sa, un Paese intero da ricostruire come non si sa, una spesa pubblica immensa da sostenere come non si sa. Altro che green, digitale, via della seta, 5G, quando l’intera economia è stata polverizzata dalla maggioranza più incosciente e impreparata che ci sia.

Aggiornato il 13 novembre 2020 alle ore 10:28